Però mica sempre!Anche loro si beano!
Questione flussi, libertarismo, ecc. A mio modesto avviso, per quel che riguarda l'Italia, il controllo dei flussi è praticamente impossibile, come succede per la frontiera tra USA e Messico, e forse peggio. E anche in USA, al controllo rigoroso fa pendant poi una pratica che di fatto è oggettivamente lassista. Personalmente poi, per quanto rigurda gli albanesi, sarei tranquillamente per una politica delle frontiere aperte, per un mucchio di ragioni che è difficile qui spiegare appieno, ma che sono essenzialmente storico--culturali. L'Albania è l'unico paese (o quasi) in cui si è determinato un fenomeno di assorbimento spontaneo della cultura e del way of life italiano. Dovremmo ringraziarli, quanto meno, della fiducia che ci fanno. Se pensiamo poi che la Gracia ne ha già assorbiti almeno 500000, devo dire che il nostro isterismo per i 10000 scomparsi è francamente demenziale.
Di più, i rapporti storici tra Italia e Albania testimoniano di una specie di "colonizzazione" antichissima che il nostro paese ha esercitato nei confronti dell'altro. Non a caso, le maggiori comunità alloglotte in Italia, dal '400 mi pare, sono schipetare (anche Rodotà è un albanese...), e la stessa occupazione fascista durante la guerra va "rivista" (sì, revisionata) alla luce di questa storia.
Questo, dell'immigrazione, è l'unica forma di "imperialismo" consentita all'Italia (o di "colonialismo", se si vuole k) e ha anche effetti positivi sul nostro paese, in più sensi: dovremmo studiarlo attentamente.
Personalmente, poi, sono per i meticci: il popolo brasiliano è proprio un intero popolo meticciato, che sta "regredendo" alla condizione dell'uomo primigenio, prima della formazione delle razze. E non è poi tanto male, specie negli esemplari femminili.
La cosa si spiega perché nel medioevo, nel Portogallo e nella Spagna invase dagli arabi, più ricchi e potenti, il "modello" della bellezza era quello delle donne africane (berbere, penso). Quindi, quando spagnoli e portoghesi sbarcarono nelle Indie di occidente, non ebbero ritegno a mescolarsi con l'indigeno (meglio,l'indigena!). Lo stesso non successe con gli inglesi, che non avevano subìto l'invasione islamica: e infatti la politica di divisione razziale, nel Nuovo Mondo inglese, è fortissimamemte sentita, sul piano etico inizialmente.
Per quel che riguarda la Tunisia, c'è il fatto che fino all'inizio del secolo, Tunisi era considerata città italiana, perché la cultura, e la stessa etnia dominante era italiana. Furono i francesi a limitarla, per ovvie ragioni, ma ancora una volta la faccenda spiega un po' la pretesa mussoliniana di rivendicazione su quel paese (Mussolini non era uno stronzo, aveva altri difetti).
Insomma, ci sarebbe tanto da dire. Ma dove farlo?
Come il pazzo felliniano gridava "voglio una donna!", io grido "voglio un giornale!"
Sob, sob