Il Baietti e' ingenuo e abbastanza disinformato sulla realta' militare, e per questo si fa venire le fregole di servire la causa in divisa, ma il Gull da' un po' di pensieri.Se si crede di poter fare bene alla causa indossando una divisa, secondo me siamo molto, ma proprio molto lontani.
Un punto fermo del mio essere e fare politica e' il rifiuto del macchiavellismo, delle messe parigine e veneziane.
Ed e' cosi' anche con il militare.
Avere indosso una divisa -qualunque divisa- presuppone l'accettazione di qualcuno superiore a te, che pensa per te, ti da' gli ordini, e a cui tu devi rispondere, verso cui devi garantire l'esecutivita' qualunque sia il comando: e' la base fondante del concetto dell'esercito, quello che lo fa essere braccio armato del potere dello Stato (non del Governo, ed e' per questo che il capo delle Forze Armate e' il Presidente della Repubblica).
Le disquisizioni su Folgore e non Folgore, San Marco o i cessi delle caserme di San Lazzaro di Savena, sono marginali, e tutte all'interno dell'accettazione della logica della non esistenza dell'individuo.
Ed e' giusto che gli eserciti siano cosi': sono stati concepiti per essere tali. In particolare quelli del secolo passato e di questo secolo, rispondono alla logica di Nazione, Popolo, da cui poi discende quell'aberrante concetto presente in tutte le costituzioni che presuppongono la coscrizione obbligatoria: difendere la patria e' un sacro dovere del cittadino.
E per questo non capisco quali margini di manovra politica il Baietti potrebbe avere per continuare ad essere il Roberto e non la recluta/caporale/tenente baietti roberto (volutamente minuscolo e con il cognome prima del nome).
Se si intende sviluppare un'azione e una politica perche' venga meno la necessita' dell'esercito nella soluzione delle contese -interne o esterne che siano-, non credo possa essere fatto cercando di "migliorare" l'esercito, magari per renderlo "democratico": e' una contraddizione in termini, perche' l'esercito e' tale proprio perche' non e' democratico, altrimenti non sarebbe esercito.
Credo invece che la liberazione dalla necessita' dell'esercito debba avvenire -in particolare per chi come noi si professa libertario- costruendo l'alternativa da e all'esterno, minando l'esistenza dell'esercito stesso e della sua logica.
Se il dibattito prende questa piega, poi, mi posso anche addentrare in cio' che gia' faccio e facciamo e in cosa sarebbe bene fare.
Ora mi limito a questo.
Ah, dimenticavo il Gull. Credo che il suo intervento sia pericoloso, perche' sposta il problema, tingendo di rosa cio' che e' invece color merda: manca solo il ricordo di un "piacevole gavettone" e il quadretto e' completo. E' tutto all'interno della logica militare e militarista del Belpaese: accettiamo il male minore -perche' non si puo' andare a fare il servizio civile alla Cisl- cercando di infilarci nelle fessure, metterci in un angoletto e soffrire in silenzio per un anno. Il miglior metodo per legittimare l'esistenza dell'esercito, alla stregua di coloro che credono che il potere della chiesa cattolica apostolica romana vada combattuto, e poi si sposano in una delle chiese di questo potere.
Mai e poi mai, dovendo consigliare il male minore, mi sentirei di dire ad una persona che e' meglio il servizio militare di quello civile.
Sono d'accordo sulle valutazioni in merito all'inutilita' del servizio civile e al suo essere -sostanzialmente- sostitutivo dell'attivita' di legittimi lavoratori. Ma ad un ragazzo che deve scegliere perche' obbligato, non capisco quale logica induca a consigliare la divisa e il luogo della distruzione degli individui. Meglio stare a vegetare in una biblioteca del Comune di Campi Bisenzio che a dire signorsi' a degli stronzi in divisa.
La conquista del diritto all'obiezione di coscienza e al servizio civile non e' qualcosa da cui si possa tornare indietro, ma e' solo il primo passo perche' i giovani in eta' di leva capiscano di essere individui e non nazione o popolo.