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Conferenza Rivoluzione liberale
Donvito Vincenzo - 26 agosto 1997
E ORA LE BICI

COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC

INCENTIVI PER LE BICICLETTE. LA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE TRASPORTI DELLA CAMERA, OLTRE A PENALIZZARE ALTRI UTENTI, AGGRAVEREBBE UNA SITUAZIONE GIAĈ CAOTICA. EĈ SBAGLIATO LĈAPPROCCIO AL PROBLEMA.

Firenze, 26 Agosto 1997. La Commissione Trasporti della Camera ha presentato un testo unificato per favorire lĈacquisto e lĈuso della bicicletta, per realizzare piani sulla mobilitaĈ ciclabile e per le piste ciclabili. Con quali soldi? LĈaumento del prezzo della benzina e lĈaumento del 50% della tassa sui motorini, per portare al 9% lĈIva delle biciclette. Infine, oltre a vari provvedimenti per favorire lĈintermodalitaĈ con mezzi di trasporto pubblico, per realizzare le piste ciclabili, si prevede lĈuso di aree dismesse o in disuso delle ferrovie.

Una proposta -in larga parte di questa formulazione- ingiusta, inutile e dannosa -dice Vincenzo Donvito, presidente nazionale dellĈAduc. E continua cosiĈ:

Ingiusta percheĈ non si capisce il motivo per cui dovrebbero essere automobilisti e motociclisti -incentivati dallo Stato a restare tali, grazie ai contributi per la rottamazione- a pagare per i presupposti vantaggi dei ciclisti. A pagare dovrebbe essere la comunitaĈ tutta, attraverso una diversa distribuzione delle spese di bilancio del settore. Non costruendo, per esempio, due nuove strade per auto, ma una per auto e unĈaltra per biciclette: una politica dei trasporti, cioeĈ, che non consideri la bicicletta qualcosa in piuĈ, ma una parte integrante a cui occorre dedicare piuĈ attenzione, levandone un poĈ alĈauto.

Inutile percheĈ lĈuso dellĈauto e del motorino non viene certo disincentivato per qualche lira in piuĈ sul prezzo della benzina e per 10 mila lire in piuĈ di tassa sul motorino (anche se eĈ il 50% in piuĈ).

Dannosa percheĈ aggraverebbe la giaĈ grave situazione dei trasporti urbani. Vediamo percheĈ. La bicicletta -anche nelle intenzioni del legislatore, come ci dicono- dovrebbe essere considerata come un mezzo di trasporto e non solo di svago; e allora a cosa serve fare delle piste ciclabili sui percorsi dismessi delle ferrovie, che notoriamente non sono in cittàĈ ma in aperta campagna? Forse si pensa che qualcuno -non per diletto- si sposteraĈ in bici, per esempio, sulla vecchia strada ferrata, trasformata in ciclabile, tra Roma e LĈAquila?

EĈ quindi prevedibile che succederaĈ questo: piuĈ biciclette nellĈattuale traffico urbano, che, con lĈavvio degli incentivi alla rottamazione dei motorini -e correlato loro aumento di numero- , diventeraĈ piuĈ caotico e pericoloso per tutti, percheĈ le strade saranno le stesse, senza piste ciclabili (o magari, come giaĈ fanno molti Comuni: costruite rubando spazio ai marciapiedi e non alle strade). Tante belle piste ciclabili attraverso i campi che, dopo qualche mese, deserte, avranno il fondo stradale spaccato dallĈerba che si riprenderaĈ il suo spazio.

DovĈeĈ lĈerrore di fondo? Credere che lĈistituzione dei vantaggi per lĈuso della bicicletta, porti automaticamente allĈabbondono del vecchio metodo di trasporto, in un momento in cui, tra lĈaltro, auto e motorini invece di essere disincentivati -come sarebbe logico per applicare questa legge sulle bici- sono incentivati con i contributi alla rottamazione.

A cosa saraĈ servita questa legge? A far lavorare chi vinceraĈ gli appalti per la costruzione delle piste in campagna, e a far pagare questo ad automobilisti e motociclisti.

 
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