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Conferenza Rivoluzione liberale
Donvito Vincenzo - 26 agosto 1997
Ernesto Rossi
su "Mattina" di oggi (il foglio che l'Unita' dedica alla cronaca toscana), c'e' un articolo estemporaneo di Andrea Mazzoni su Ernesto Rossi, dove, oltre ad una descrizione faziosamente e matematicamente didascalica, sembra che qualche dispettoso abbia strappato le pagine finali del libro di storia su cui il Mazzoni ha studiato.

Mi sovviene quelle volte che il vecchio Pannella ci ha ripetuto: ci ruberanno anche il pensiero dei morti, arrivando anche a cambiarlo.

E in effetti, se uno non ne sa nulla di Rossi -come presumo possa essere il lettore medio de l'Unita' che, tra l'altro, si va a leggere questo necrologio di un personaggio di cui non ha mai sentito parlare- .. .se uno non ne sa nulla, dopo la lettura e' convinto di aver letto di un piccolo eroe tra i tanti dell'antifascismo del Belpaese, che oggi e' ben incarnato da l'Ulivo, dove, per l'appunto, ci stanno anche i liberali buoni.

Buona lettura.

occhiello: Cento anni dalla nascita di Ernesto Rossi, esponente du punta dell'antifascismo fiorentino.

titolo: Quella pazia chiamata liberta'.

testo:

Gaetano Salvemini. dedicandogli il suo "Italia scombinata", ebbe a definire affettuosamente quello che fu il piu' caro dei suoi seguaci come "pazzo malinconico se altri ce ne fu mai". Certo e' che Ernesto Rossi, di cui ricorre il centenario della nascita, di pazzia intesa come coraggio delle proprie battaglie, spirito critico e liberta', ne aveva da vendere. Esponente di punta dell'antifascismo fiorentino, Rossi era nato a Caserta: interventista e volontario nella prima guerra mondiale, dopo un'iniziale collaborazione col mussoliniano Popolo d'Italia, se ne distacco' passando a scrivere per l'Unita'. A Firenze conobbe i fratelli Rosselli e con essi dette vita nel '22 a quel Circolo di cultura che fu antesignano dell'esperienza del "Non mollare", il foglio clandestino le cui pubblicazioni iniziarono nel '25. Ernesto Rossi, di formazione liberale ed allora vicino alle posizioni di Amendola, si occupo' tra l'altro di trovare le tipografie disponibili a stampare il giornale. Gia' a giugno voleva rifugiarsi in Fr

ancia, tornando pero' in Italia pochi mesi dopo per riprendere la lotta al regime. Nuovamente esule in Francia, nel '29 forma con Riccardo Bauer e Ferruccio Parri il gruppo dirigente di Giustizia e Liberta'. Nuovamente rientrato clandestinamente in patria, venne arrestato nel 1930 e condannato a venti anni di galera: ne sconto' nove e poi fu inviato al confine di Ventotene, dove con Altiero Spinelli redasse il celebre manifesto europeista che da quell'isola prese nome. Alla caduta del fascismo e' fra i massimi dirigenti del Partito d'Azione e partecipa attivamente alla Resistenza. Nell'Italia liberata diviene sottosegretario alla ricostruzione durante il governo Parri e presiede fino al '58 l'Arar (Azienda rilievo alienazione residuati). Intanto collabora a Il Mondo e a Il Ponte: i suoi scritti prendono di mira soprattutto corruzione, malgoverno, parassistismi, combattendo monopoli e protezionismi. Esponente di punta del mondo laico, e' nel '55 fra i fondatori del Partito Radicale in cui milita per alcuni an

ni. Intensissima, fino alla sua scomparsa avvenuta nel febbraio del '67, la sua produzione di libri.

 
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