INTANTO LA LISTA PANNELLA RICORRERA' DINANZI AL GIUDICE ORDINARIO E AMMINISTRATIVO CONTRO IL DIVIETO DELLA QUESTURA DI ROMA
Roma, 29 agosto 1997
Comunicato della Lista Pannella
Sul Quirinale, ciò che si impone come legge è spesso contro la legge. Ne abbiamo avuto una ulteriore e sconfortante conferma. La Questura di Roma ha vietato la manifestazione che avevamo convocato per sabato prossimo ed in cui alcuni "sceriffi" avrebbero simbolicamente restituito al "cittadino" Scalfaro una parte del "bottino" del finanziamento pubblico dei partiti.
Per vietarla, la Questura ha invocato a giustificazione norme che, senza ombra di dubbio, ne avrebbero imposto l'autorizzazione. Comprendiamo che, nello scenario da far west della politica italiana, la presenza di sceriffi sarebbe apparsa "inquietante"; ma la cosa conferma semplicemente la forza della nostra metafora. E non dà buona immagine di sé una Questura "in guerra con le metafore", al punto da considerarle un pericolo per l'ordine pubblico.
A questo punto, bisogna sgombrare il campo dagli alibi e dai pretesti. La questione che si pone è di assoluta gravità. In Italia è possibile manifestare, anche in migliaia di persone, dinanzi a qualunque palazzo della politica, tranne il Quirinale. Mentre negli Stati Uniti dinanzi alla Casa Bianca si susseguono quotidianamente manifestazioni di ogni tipo, in Italia il Quirinale ed il suo inquilino sono considerati in pericolo se solo 10 persone decidono di manifestarvi pacificamente dinanzi.
Quindi, al momento - in attesa di appurare in che modo sia possibile ricorrere di fronte al giudice ordinario e amministrativo (ciascuno per quanto di sua competenza) contro il divieto imposto dalla Questura di Roma - rinviamo alla prossima settimana, e dunque non annulliamo l'iniziativa inizialmente convocata per sabato mattina.
Non mancheremo, nei prossimi giorni, di verificare se per caso il divieto sia (al ridicolo non c'è mai fine) da fare risalire "all'abbigliamento" dei manifestanti, e non piuttosto, come sembra evidente, alla manifestazione in sé.
Dunque - ed indipendentemente dalle iniziative di restituzione del finanziamento pubblico dei partiti - ci impegniamo a lottare per riconquistare una Piazza letteralmente "sequestrata" e per restituirla ai cittadini.
Intanto, invitiamo i cittadini a rispondere a questo atto recandosi a firmare nelle segreterie comunali dove, fino al prossimo 10 settembre, è a disposizione, insieme agli altri, anche il referendum per l'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti.