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Conferenza Rivoluzione liberale
Poretti Donatella - 11 settembre 1997
E' incesto anche il sesso tra parenti indiretti, e' scritto sul codice penale all'articolo 564
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SALERNO: SCOPERTI "IN FLAGRANTE" DOPO LE DENUNCE DEL PAESE. ORA SARANNO PROCESSATI. SUOCERO E NUORA AMANTI: ARRESTO PER PUBBLICO SCANDALO

dal CORRIERE DELLA SERA

Giovedi', 11 Settembre 1997

SALERNO - Arrestati per incesto, aggravato dall'aver "destato pubblico scandalo". E' finita con un'irruzione dei carabinieri in camera da letto e qualche giorno di carcere una relazione tra suocero e nuora a San Gregorio Magno, un paese dell'entroterra ai piedi dei monti Alburni. Ora Gregorio Leo, 56 anni, e Lucia Stiuso, 30, sono tornati in liberta', ma potrebbero essere rinviati a giudizio. A far scattare l'indagine nei loro confronti numerose lettere anonime spedite dai loro concittadini. Per arrestarli i carabinieri hanno dovuto coglierli in flagranza, facendo irruzione nella casa dove i due avevano appena trascorso insieme la notte, e utilizzando come "prova" il letto matrimoniale "sfatto e ancora caldo".

Bufi, Goldoni, Pecoraro

SCANDALO NEL SALERNITANO: I CARABINIERI COLGONO IN FLAGRANTE LA COPPIA E APPLICANO UNA DESUETA NORMA DEL CODICE SUOCERO E NUORA ARRESTATI PER INCESTO

L'uomo faceva lavorare il figlio a Roma per stare con lei, che dice: ci amiamo da tempo

di Fulvio Bufi

SAN GREGORIO MAGNO (Salerno) - La prova fu un letto. Un letto sfatto e ancora caldo a dimostrare che suocero e nuora avevano trascorso li' la loro ennesima notte da amanti. Illegittimi, certo, ma non molto clandestini: perche' in paese tutti sapevano.

Gli occhi e le mani dei carabinieri indugiarono sulle lenzuola spiegazzate, sui cuscini rotolati quasi all'altezza dei piedi, sul materasso ormai un po' sbilenco. Mentre lei, raccontano le cronache di quell'irruzione in un'alba di fine agosto, era ancora mezzo nuda, e li guardava incredula e diceva: "Noi ci amiamo. Potete fare quello che volete, ma ci amiamo e ci ameremo sempre".

E lui invece non parlava, stretto com'era tra i militari che lo avevano bloccato sull'uscio dell'alcova mentre se ne stava andando per sparire prima che rispuntasse il giorno.

E' incesto anche il sesso tra parenti indiretti, e' scritto sul codice penale all'articolo 564.

Gregorio Leo, 56 anni, e Lucia Stiuso, 30, sono finiti in carcere: la donna per un paio di giorni, l'uomo per poco meno di una settimana. Ora aspettano il processo e rischiano la condanna.

Perche' la loro storia d'amore (che' di amore si tratta, visto che i due questo sostengono anche se li si puo' arrestare aggrappandosi a una vecchia legge ma non gli si puo' contestare i sentimenti) ha un'aggravante: aver destato "pubblico scandalo".

Tanto pubblico che a spingere i carabinieri sulle tracce della loro tresca sono state decine di lettere anonime partite da questo paese dove ci sono cinquemila abitanti e dove in cinquemila (tranne uno) pare sapessero che Gregorio aveva spedito suo figlio Giuseppe a Roma non tanto per curare gli affari dell'azienda di famiglia (una piccola ditta di autotrasporti) quanto per potersi incontrare liberamente con la nuora.

E sapevano pure che Lucia aveva lasciato la casa dei suoi, nelle campagne ai piedi dei monti Alburni, e si era trasferita in una palazzina nuova in vico Dogali, nel centro del paese, per nessun altro motivo che quello di poter ospitare il suo amante, anche se nella stanza accanto dormiva il figlio, un bambino di sette anni.

A San Gregorio Magno non c'e' il cinema, e quindi chissa' se a qualcuno e' capitato di vedere il film "Il danno" di Louis Malle, dove la storia e' simile ma l'epilogo e' tragico. La' c'era un parlamentare inglese travolto da passione per la giovane nuora, qui "lui" e' solo un piccolo imprenditore.

Qui ci sono ancora i cantieri aperti, perche' il terremoto dell'80 distrusse quasi tutto il paese e ora lo hanno ricostruito ma qualcosa stanno ricostruendo ancora. E poi c'e' "un grande senso di ribellione in difesa della famiglia intesa come istituzione", dice uno dei carabinieri che hanno indagato su Gregorio e Lucia e poi sono andati a coglierli in "flagranza di reato".

Potrebbero essere spiegate cosi' le lettere anonime che cominciarono a circolare tra febbraio e marzo. Oppure con l'irrefrenabile gusto del pettegolezzo di un paese che pero' adesso pettegolo non sembra quasi. Il barbiere sorride e dice che queste sono "storie vecchie di un secolo". Le quattro donne che chiacchierano nella piazza dove c'e' la chiesa lanciano qualche malignita' ma poi aggiungono che "in fondo quei due hanno sangue estraneo", quasi a voler dire che l'incesto e' un'altra cosa e quindi non dovevano arrestarli. Pure don Antonio, il parroco, evita giudizi, sia sulla coppia sia su chi li ha denunciati. E dice che "l'unica cosa da fare e' stendere un velo di pieta'. Di questa storia meno se ne parla e meglio e', almeno per le famiglie".

Famiglie che ormai dal paese sono quasi sparite. Lucia ha caricato le sue cose su un camion e si e' trasferita altrove, ospite di un'amica. Gregorio e' tornato in provincia di Napoli dove era andato ad abitare quando cominciarono a circolare le prime voci, e adesso un provvedimento del tribunale gli vieta di tornare da queste parti. Sua moglie, povera donna, non si e' ancora ripresa dallo shock: e' ricoverata in ospedale a Potenza. E il figlio continua a lavorare a Roma.

Su di loro restano solo scampoli di racconti: voci che fanno risalire l'attrazione del suocero per la nuora gia' appena dopo il matrimonio (nell'85, preceduto da rituale "fuitina") tra Lucia e Giuseppe. Ma all'epoca lei avrebbe tentato di respingerlo: e per questo lui l'avrebbe anche picchiata. Poi era nato l'amore.

IL MARITO TRADITO

"Papa' non ha alcuna colpa. Era Lucia a perseguitarlo"

di Rossano Pecoraro

SAN GREGORIO MAGNO (Salerno) - "Mi chiede se dopo quello che e' successo la amo ancora. Bene: lei che dice? Mai farsi comandare dall'amore, o si resta fregati". Giuseppe Leo, detto "Pino il santo", vaga per le stanze della palazzina in via Forlusiello, dove e' cresciuto, lasciandosi invadere dai ricordi. E' tornato a San Gregorio Magno l'altra sera per stare vicino alla madre ricoverata all'ospedale di Potenza: la donna non ha superato lo choc della relazione tra il marito e la giovane nuora. "E' qui che papa' ha visto per la prima volta Lucia - dice -. Ma lui non ha colpa. E' stata lei a fargli perdere l'esistenza, a bruciarlo, a perseguitarlo. A denunciare ai carabinieri che aveva dubbi sulla paternita' di nostro figlio: ha fatto scoppiare questo scandalo per non farmelo piu' vedere". Il giovane e' lucido. A tradirlo e' il respiro irregolare, affannoso, con le labbra che si muovono nel vuoto alla ricerca di aria.

"L'ho sposata nel 1985 e dopo due anni sono andato a lavorare nella capitale. Poi e' nato il mio bambino e Lucia e' tornata giu' in paese. Io da buon padre di famiglia ho continuato a fare sacrifici, a lavorare con i Tir, ad andare avanti e indietro". A poco a poco Giuseppe Leo inizia a vacillare. Si interrompe, cambia tono, annuncia che della vicenda si sta interessando il Vaticano. L'uomo viene informato a meta' maggio dai carabinieri della relazione incestuosa tra il padre e sua moglie: "Come avrei potuto immaginare qualcosa di simile? Quando l'ho saputo lei capisce cosa avrei potuto fare, vero? - chiede di scatto -. Ma io sono cattolico, ho informato il mio parroco di Roma, don Antonio Cerrone, nella chiesa della Madonna del Divino Amore, per chiedere l'intervento della Sacra Rota". "Pino il santo" e' stanco. "La magistratura ha fatto il suo corso all'incontrario - ripete - e lo scandalo poteva essere evitato". Racconta di aver cercato il sindaco di San Gregorio, Pierangelo Piegari, "perche' deve difende

re il buon nome del paese". Poi, prima di scoppiare a piangere, sussurra: "L'indagine doveva rimanere segreta, non finire sui giornali.Avevo pregato i carabinieri di non dire nulla...".

LA REALTA' COME UNA SOAP OPERA

Ma allora perche' non si sequestra Beautiful?

di LUCA GOLDONI

Paese piccolo o paese grande, la gente mormora sempre. E nelle storie di corna, di solito lo sanno tutti fuorche' i piu' interessati.

Ma da tempo, pur essendo di pubblico dominio, queste vicende non fanno piu' scandalo: siamo largamente vaccinati dalle triangolazioni del jet-set internazionale e dalle rubriche tipo "valzer delle coppie" sulla stampa rosa.

Eppure nel Salernitano i carabinieri hanno arrestato due amanti: lunghi appostamenti, irruzione, lenzuola ancora calde, manette.

Motivo di questa brillante operazione? I due erano suocero e nuora, quindi rei di incesto. Ma l'incesto non e' quello fra consanguinei che abbiamo studiato nelle tragedie greche? No.

Secondo la nostra illuminata legislazione, commette incesto chiunque dia "pubblico scandalo" fornicando non solo fra consanguinei, ma anche con gli "affini", vale a dire con i parenti dell'altro coniuge.

Bel Paese l'Italia. Da una parte difende strenuamente la privacy con grandi iniziative, dall'altra manda i carabinieri ad arrestare due poveri diavoli che si facevano gli amori loro: certo non encomiabili secondo la morale, ma squisitamente privati. (E magari con il beneplacito dei coniugi legittimi, fedeli alla teoria che i panni sporchi e' meglio lavarli in famiglia).

In ogni caso se e' cambiato il comune sentimento del pudore cambia anche la nozione di scandalo. E' scandaloso che un assassino sia rimesso in liberta' per decorrenza dei termini.

E' scandaloso che un dipendente statale condannato per corruzione ritrovi il suo posto e il suo stipendio con gli arretrati. Puo' essere invece penoso, ma non penalmente rilevante, che un signore vada a letto con la moglie di suo figlio.

E se "pubblico scandalo" c'e' stato, lo si deve certamente piu' al clamore dell'arresto che non agli incontri sulle lenzuola "ancora calde".

Quanto all'incesto fra "affini", o si cambia un codice jurassico, oppure si procede all'immediato sequestro di Beautiful per incesto reiterato fra suoceri, generi e nuore.

 
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