di Angiolo Bandinelli(da "L'Opinione", 19 settembre 1997)
L'ingresso di Piero Samperi nella squadra elettorale del Polo è un fatto di notevole rilievo. L'ingegner Samperi è uno dei massimi conoscitori delle problematiche urbanistiche romane, se non altro per aver a lungo guidato l'Ufficio del Piano Regolatore della città. Ne venne estromesso dopo un serrato braccio di ferro con l'allora sindaco comunista Luigi Petroselli. Samperi è un cattolico militante, e nella prossima (o già iniziata) campagna dovrà indicare le linee programmatiche dell'opposizione sulla spinosissima questione Giubileo.
Non sappiamo quali direttive seguirà l'esperto urbanista, e non giureremmo che tutte le sue scelte saranno quelle ottimali. Ma quasi certamente egli sarà bravissimo a spulciare tra le carte, le mappe, la girandola di cifre sciorinate o nascoste dalla giunta su tutti i temi che riguardano l'Evento del 2000. Anche a non essere d'accordo con le critiche sulfuree che Ceronetti continua a sollevare, diabolicamente incurante degli strali poco caritatevoli ed eleganti (anzi, un po' troppo teppistici) lanciatigli dagli spalti vaticani, è ovvio che il Giubileo rappresenterà un problema serio, e comunque una formidabile occasione per far circolare soldi a bizzeffe. Una critica, una osservazione azzeccata di Samperi potrebbe avere l'effetto di un colpo di cannone sulle trincee di Rutelli e compagni.
Meno felice, la decisione di Fini e D'Alema di scendere anche loro in campo, come si dice, nell'arena romana. Si possono capire le ragioni dell'uno e dell'altro, si può accettare come ineluttabile che a Roma e al Mugello la partita non sia più locale e amministrativa ma nazionale: e tuttavia nella decisione dei due leader c'è un rischio inaccettabile, cioè che ancora una volta delle faccende romane, della problematica urbanistica, del traffico o del lavoro, dei marginali e delle scelte per il centro o per le periferie si parli ben poco, anche nelle ultime infuocate settimane. Ha bisogno, una città ormai in fase agonica nella sua intima essenza, di questa ulteriore ipoteca? Si può rispondere che tanto, ci siano o no i leader ad occupare Piazza Navona o Centocelle con i loro comizi, la questione Roma verrà fatalmente accantonata.
A nostro avviso, su questa strada non si può più andare molto lontano. Dalla metà degli anni settanta il dibattito su Roma è vuoto, per responsabilità degli amministratori ma anche della stampa, le cui pagine di cronaca fanno concorrenza alle più squallide riviste e ai fumetti porno, o anche dell'Università (esiste ancora una facoltà di architettura? di che si occupa, di grazia?). E' ora di dire basta, un colpo d'ala è estremamente urgente. Si è persa (anche per la grettezza delle istituzioni vaticane) l'occasione del Giubileo per avviare una nuova analisi del rapporto che occorre d'urgenza instaurare tra il complesso urbano della Città Vaticana, con le sue esigenze e le sue aspirazioni che non potranno più essere soddisfatte con qualche sopraelevazione, un mediocre parcheggio-con-supermermarket-incorporato o con l'utilizzo da rapina dei suoli di monache e preti; si è rinviato o riposto sotto il banco il progetto del passante ferroviario su cui Necci cercò di costruire il suo impero: si può sapere, di graz
ia, quale destino attende Roma? Ci sarà qualcuno, in questa campagna elettorale, che vorrà tirare fuori uno scampolo di idea? O dovremo limitarci ad applaudire il ritorno dell'ing. Samperi?
Angiolo Bandinelli