Roma, 23 settembre 1997

L'ARRESTO DEL MAGO ALEXANDER A DUBAI: IL GOVERNO ITALIANO INTERVENGA, FINALMENTE. MA NON SI CHIUDANO GLI OCCHI SUL FATTO CHE IL PRESTIGIATORE E' VITTIMA DI UN PROIBIZIONISMO PER MOLTI VERSI SIMILE AD ALTRI PROIBIZIONISMI.

DICHIARAZIONE DI PAOLO PIETROSANTI, CONSIGLIERE GENERALE DEL PARTITO RADICALE TRANSNAZIONALE

Se il mago Alexander non fosse italiano? Nessuno probabilmente in questo paese leverebbe voce alcuna in sua difesa.

Come nessuno in questo paese leva voce alcuna a proposito delle vittime numerosissime che in molti paesi subiscono il proibizionismo in materia di alcool. Alcol proibito dalle leggi islamiche come altre droghe sono proibite nei paesi di cultura cristiana o giudaicocristiana.

Realtà giuridiche per molti versi analoghe, in alcune conseguenze che provocano nei confronti di individui e società.

Il prestigiatore che tra l'altro anni fa fu iscritto e non per un solo anno al Partito Radicale è vittima però anche delle curiosità pruriginose, che sovente, come oggi, coprono indignazioni o ironie sufficienti nei confronti dell'omosessualità.

Certo, intanto e subito, dal Ministero degli Esteri italiano deve venire un intervento, e tutto quanto necessario. Dovesse pure, la diplomazia italiana, ritenere di rischiare di perdere la faccia e la reputazione maschia universalmente riconosciuta al paese.

Ma soprattutto vi è una considerazione da esprimere; si allontani la tentazione di assegnare al sistema giuridico di svariati paesi arabi una qualità inferiore o incivile rispetto a quelle europee: perché quale che sia il culto che si faccia legge e diritto positivo per gli individui, di diritto e legge non può più parlarsi. Che si sia a Dubai o ovunque nel mondo.

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