La partecipazione alle elezioni del "Parlamento Padano", della Cameradei deputati durante il Fascismo, o della Camera e del Senato partitocratici,
non può significare di per sè, stare o allearsi politicamente, con la Lega,
con il Partito Fascista o con la Partitocrazia.
Quando si ritenga che la presentazione delle proprie liste alle elezioni
e che l'essere eletti in queste "Camere", che sono, in forme diverse, luoghi
di dibattito e di dialogo politico, consenta di rafforzare le istanze di cui
si è portatori, occorre parteciparvi: se le istanze di cui la "Lista Pannella"
è portatrice, sono quelle, come si legge nel comunicato, di radicale riforma
liberale, liberista e libertaria, se il "blocco sociale" a cui ci rivolgiamo
è quello dei quattro milioni di imprenditori, se abbiamo detto che per la
Rivoluzione Referendaria,"basterebbe il Veneto",credo che essere presenti nel
Parlamento Padano significherebbe anche ricercare un canale di comunicazione
più immediato con i cittadini di quelle Regioni.
Un altro significato della partecipazione a queste elezioni, è di tipo
garantista; garantista dei diritti della Lega a manifestare e a rappresentare
nella forma (legale) che ritiene più opportuna, le proprie iniziative
politiche: come ha scritto Vernaglione la "lista" si fa garante del carattere
non eversivo di questa manifestazione politica.
Il problema della gestione politica di questa scelta della "Lista", che
mi pare ispirata a quelle compiute negli "anni di piombo" nei
confronti di alcune frangie del "terrorismo", è quello di capire se le
iniziative di Bossi siano davvero, in prospettiva, eversive, e quindi puntino
all'abbattimento dello Stato (anche in forma violenta), con qualche possibilità
di successo.
Se così fosse, occorrerebbe valutare attentamente quale Stato si va a
costruire prima di contribuire all'abbattimento di quello attuale,
per non finire, come si dice, dalla padella nella brace.
--- MMMR v4.00reg