L'intervento di Vernaglione sulle elezioni padane pone la questione fondamentale della riduzione dello Stato come alternativa alla sua moltiplicazione in chiave leghista e localista.
Se vogliamo gia' pensare in termini di campagna elettorale padana, i connotati liberisti della Lista Pannella (che si collegano direttissimamente con la campagna aperta dal "ma perche'?" e si rivolgono a chi potrebbe costituire, come ricordava Mecacci, il blocco sociale di alternativa al regime) devono essere al centro del messaggio politico che la Lista avra' la forza di trasmettere.
"a Roma" (cioe' rispetto alla politica nazionale) dovremo spendere molte energie per affermare il senso della nostra partecipazione contro le prevedibili speculazioni. La campagna elettorale in se' e per se' invece potra' lasciare probabilmente lo spazio per giocare maggiromente "all'attacco" anche ed innanzitutto della Lega.
E' un occasione non solo per ribadire la denuncia di "sostanziale affinita' antipartitocratica" indicata da Pannella (emblematizzata dal comportamento della lega sul finanziamento pubblico), ma anche per incalzare la Lega sulla questione della liberalizzazione dell'economia.
Considerato che la Lega gia' governa in moltissime amministrazioni del nord, bisogna cercare di dare massima evidenza al fatto che, mentre la dimensione di una rivoluzione antipartitocratica ha bisogno di partire dal livello centrale (dove il "sistema" si autolegittima), la rivoluzione liberista puo' essere gia' avviata a livello locale attraverso la liberalizzazione dei servizi oggi gestiti dagli enti locali e la privatizzazione delle aziende da essi controllate.
Mi rendo conto pero' che le riflessioni "di programma" eludono un problema organizzativo interno che e' fondamentale.
Come creare una capacita' di mobilitazione ormai azzerata? Che senso ha investire di un programma e di un'azione politica organizzata un soggetto che ha da poco deliberatamente dismesso la propria dimensione organizzata, e quindi la propria vita politica interna?
Tali limiti della Lista Pannella temo precluderanno rilevanti margini di interlocuzione non solo con Lega (per non parlare degli altri partiti), ma anche con le forze sociali a suo tempo individuate come potenzialmente rivoluzionarie. Certo nessuno puo' immaginare che l'aggregazione del blocco sociale sia cosa di pochi mesi o che le elezioni padane siano un appuntamento determinante. Tali elezioni potrebbero pero' essere l'occasione buona per iniziare delineare una prima bozza di strategia per muoverci in quella direzione, e quindi anche per riflettere su quali soggetti politici potranno divenire gli organizzatori della lotta rivoluzionaria.