Roma, 28 settembre 1997
Dichiarazione di Carmelo Palma, della Lista Pannella:
"Il referendum svizzero sulla somministrazione controllata di eroina ha dimostrato, se mai ve ne fosse stato bisogno, che essere "contro la droga" non significa essere proibizionisti. I proibizionisti, anche in Italia, hanno oggi un pretesto in meno, e molti problemi in più: non possono più presentarsi come depositari ed interpreti di un sentimento "popolare" ampiamente maggioritario (che, alla prova dei fatti, non esiste), essendo al contrario rappresentanti di una "reazione" dogmatica e antiscientifica politicamente minoritaria.
Se la Corte Costituzionale non avesse impedito agli italiani di andare al voto sul referendum per la legalizzazione dei derivati della cannabis che, nelle sue implicazioni, avrebbe imposto la revisione "legislativa" dell'intero impianto delle politiche proibizioniste sulla droga anche in Italia si sarebbe riusciti ad ottenere un risultato analogo, ampiamente preannunciato dagli esiti del referendum radicale del 1993 per la depenalizzazione del consumo personale di droghe.
Sarebbe stato assai difficile il contrario, se è vero che la soluzione "antiproibizionista", riducendo a dismisura i costi economici, criminali e sanitari connessi al consumo di droghe proibite, risponde puntualmente non solo agli interessi dei tossicodipendenti, ma innanzitutto a quelli della società nel suo complesso.
Nel nostro paese, intanto, le sperimentazioni che l'elettorato elvetico ha confermato e letteralmente plebiscitato, e che hanno un preminente e verificato rilievo terapeutico, continuano ad essere "proibite": sono, per intendersi, roba "da galera". Cosa non più tollerabile, a meno da non ammettere od accettare che sia possibile sequestrare a tempo indeterminato risultati e acquisizioni ampiamente vagliate dalla comunità scientifica internazionale.
Se non parlassimo di tossicodipendenze, ma di altre patologie "innocenti", un Ministro della Sanità che non promuovesse nel nostro paese o addirittura impedisse sperimentazioni, di cui altrove fosse attestata l'efficacia, susciterebbe scandalo, e meriterebbe unanimi censure. Possiamo dunque chiedere sommessamente al Ministro Bindi ed al Governo nel suo complesso se continuano a ritenere che i risultati elvetici siano cosa che non li riguarda?