Capisco le perplessita' comunicative di vincenzo, ma credo che la questione informazione circa la partecipazione alla campagna elettorale padana possa essere rimediata con un certo tipo di azione politica.
Proprio se si considera la faccenda onestamente, ci si rende conto che si tratta di un teatrino nazional-monopartitista, si deve essere presenti denunciando la conversione della lega da forza di protesta e rivendicazione di liberta' a tassello del regime partitocratico/proibizionista, e non solo sulle droghe.
La distribuzione dei soldi del finanziamento pubblico e la eventuale riproposizione della disobbedienza sulle droghe leggere, dovrebbero essere al centro delle iniziative politiche libertarie e antiproibizioniste della lista.
Certo meno stato piu' mercato, una societa' aperta a tutti senza differenza di passaporto e la opposizione alla esosa questione fiscale (riesumare il convegno di treviso...), sono altre strade percorribili e inevitabili per chi e' onesto intellettualmente e politicamente - gli sforzi saranno calibrati a seconda delle forze disponibili - ma la potenza delle due azioni mi pare di maggior portata per sollevare le questioni che ci stanno a cuore.
Lo stare al di qua del rubicone senza volersi impegnare o sporcare I piedi per nobilissimi motivi, tattici, strategici oppure politici, non credo che possa giovare a nessuno. Sicuramente da qua mi sfuggono alcune sfumature della faccenda ed e' facile parlare, ma senza il rivolgersi alla gente non credo che si possa continuare a fare politica. Tornare nelle piazze aiuta anche ad aumentare il numero dei convolti, ma se tutto viene vissuto come una scelta/decisione caduta dall'alto alla quale non si e' partecipato oppure che non si condivide, credo che difficilmente potra' scaturire qualcosa di buono da questa partecipazione.
Un'ultima cosa che non riesco a capire e' il voler legare sempre le elezioni padane con quelle romane, why, pecche'????