Al peggio non c'è limite. E' la prima cosa che ho pensato leggendo l'articolo di Francesco Rutelli apparso ieri su "Repubblica" (testo n. 596 di questa conferenza).
Si lamenta, il nostro amatissimo sindaco, del sistema elettorale per i Comuni: non c'è premio di maggioranza per chi vince al primo turno, quindi in questo caso il neo-eletto rischia di trovarsi senza maggioranza in Consiglio comunale.
Evidentemente il riferimento di Rutelli è a se stesso: e se a novembre vinco al primo turno, ma mi ritrovo con un risultato elevatissimo (prevedibile e previsto) della lista di Alleanza Nazionale?
L'attacco è al tentativo del Polo (non so quanto concreto, credo poco) di barattare il premio di maggioranza al primo turno con l'elezione diretta della coppia sindaco - vicesindaco, "una proposta molto "americana" all'apparenza, ma diretta ad aumentare la frammentazione e, di fatto, a tornare all'antico". E aggiunge. "Se il "ticket" funziona storicamente negli USA, è perché il sistema è bipartitico... in Italia invece, con un bipolarismo ancora instabile...".
Forse Rutelli ha qualche vuoto di memoria: fu proprio lui, nel 1995, alla testa dei sindaci "progressisti" nel combattere la battaglia contro il referendum promosso dai Club Pannella - Riformatori per abolire il doppio turno nelle elezioni comunali, referendum perso per un pugno - lo sottolineo, un pugno - di voti, grazie anche alla consueta disinformazione e all'inerzia di un Polo preoccupato solo della difesa di Fininvest. Referendum che avrebbe fatto prendere al Paese la strada del bipartitismo contro il bipolarismo, dell'alternativa contro l'alternanza, fugando i rischi di "frammentazione, indecisionismo (da quale pulpito!) e trasformismo" che oggi rendono insonni le notti del Sindaco di Roma.
"Una revisione delle norme elettorali si può fare a poche settimane dalle elezioni solo con un largo consenso...". E invece no, si poteva fare 28 mesi fa con una crocetta sulla scheda: probabilmente Rutelli da qualche tempo ha uno strano concetto di "largo consenso"... e, mi dispiace dirlo, sempre più riflessi da partitocrate. Senza storia e memoria. Neanche di se', temo.