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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Roma - 10 ottobre 1997
Il lento suicidio degli imbecilli - L'Opinione - 101097 - pag.3

La provocazione:

IL LENTO SUICIDIO DEGLI IMBECILLI

Giorni fa volevo aprire un nuovo conto, cointestato con mia moglie, presso la banca di cui mi servo da molti anni. Ma la mia cecita', scopro, impone procedure particolari, nonostante io gia' sia correntista presso quella banca. Questione di leggi, che a protezione del non vedente prescrivono la presenza di due testimoni e certe modalita' di deposito della firma.

Mi sono trasformato dunque in un momento da cieco che ero, in imbecille.

Non e' affidata alla prudenza del cieco, alla sua sovranita' su se stesso, la decisione se munirsi o meno di cautele, persone fidate, o semplicemente fidarsi della propria banca. No: e' l'ordinamento a disporre comportamenti e prudenze, per il minus habens che sono diventato.

L'altro conto in banca non l'ho aperto.

Valesse, questo, soltanto per i disabili come me, sarebbe - ma non e' vero - fenomeno dai limitati effetti.

Invece no.

L'ordinamento, e cioe' precisamente lo stato, in questo caso, determina e dispone l'obbligo di protezione, e delle sue forme; e non vale che il soggetto quelle protezioni non voglia, o ritenga, sovranamente, di non averne bisogno.

Non appaia forzato, il parallelo; ma a me sembra che questa relativamente piccola cosa partecipi a comporre il mosaico di uno stato che determina la vita degli individui e tende a programmarla, che stravolge il concetto stesso di diritto soggettivo dal suo significato di potere e potesta' in quello di beneficio che puo' richiedersi ad autorita' sovraordinate.

Lo stato mi proibisce di essere io a valutare cosa vada bene per me; e valuta e determina i miei interessi.

Allo stesso modo - e, anche qui, non sembri forzato il parallelo - proibisce l'assunzione di alcune sostanze, e punisce chi le assuma, salvo poi favorire l'accoglienza del reprobo pentito e da emendare, da ricondurre alla regola.

Terrificante e' che l'etica della proibizione pervada la nuce di diritto internazionale che c'e', e che impedisce alle legislazioni nazionali scelte troppo diverse, mentre legittima la conservazione assassina delle politiche anche cittadine.

In verita' posso consolarmi; perche' non sono soltanto io che perdendo la vista sono entrato nel registro dei coglioni. Coglioni lo siete tutti, per quanto sani siate, per quanto puliti di droghe siate. Tutti voi siete accompagnati per mano nelle varie fasi della vostra vita, da chi sa e chi puo'.

La storia sembra vecchia e lontana e inattuale. Ma provate a qualificarvi come ciechi in una banca qualsiasi, e ve ne accorgerete.

Paolo Pietrosanti

Consigliere Generale del Partito Radicale Transnazionale

 
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