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Conferenza Rivoluzione liberale
Manfredi Giulio - 21 ottobre 1997
Sull'ultimo "Venerdì" di "Repubblica", reportage sulla distribuzione controllata di eroina in Svizzera ed annessa intervista a Ruth Dreifuss, che preside il dipartimento dell'Interno (un superministero con innumerevoli dicasteri, compresa la Sanità) sul recente referendum:
"...l'elemento veramente positivo è stata l'uniformità del voto. La Svizzera ha sempre paura che le elezioni rivelino degli sfaldamenti, come voi in Italia temete la differenza fra il voto del Sud e quello del Nord. Stavlta, in ogni cantone, in città come in campagna, nelle diverse aree linguistiche, ha prevalso questo pragmatismo umanitario.

Domanda: C'è chi lo definisce cinico, più che umanitario.

Non è una mentalità igienista tutta legge e ordine: il nostro obiettivo non è far morire in pace chi non riesce a uscire dalla droga. Ma per uscire dalla droga bisogna sopravvivere e scegliere di fornire condizioni di vita più umane a chi ha già fallito con altri metodi di disintossicazione, per esempio il metadone, non mi sembra una scelta mortifera. Direi invece che è un modo serio di guardare la realtà. L'abbandono della dipendenza è un percorso lungo e difficile che può durare 10-15 anni. Comunque, in 18 mesi il sette per cento dei pazienti che abbiamo in cura, pazienti con lunghjissimi trascorsi di eroina, ha cominciato la fase di astinenza, affermando nei fattila volontà di disintossicarsi.

Domanda: In materia di tossicomanie e depenalizzazione delle dorghe, secondo lei uno Stato può legiferare da solo o deve agire in accordo con la comunità internazionale?

Un tossicodipendenteè come un grano nellamacina, schiacciato fra due pietre: una è la pietra del crimine e l'altra è quella della proibizione. L'opinione che il carcere non sia il miglior luogo dove curare un eroinomane sta guadagnando terreno, ma la Svizzera non solleverà mai da sola la pietra della proibizione".

Dobbiamo far tesoro delle dichiarazioni della Dreifuss; non credo esista un altro ministro dell'Interno in Europa o altrove che si sia spinto così avanti, con estrema ragionevolezza (inimmaginabile un paragone con i nostri Napolitano o Bindi).

"Un tossicodipendente è come un grano nella macina, schiacciato fra due pietre: una è la pietra del crimine el'altra è quella della proibizione"; complim,enti, non si poteva dire meglio.

E il dire che la Svizzera non solleverà "da sola" la pietra della proibizione significa che è comunque disponibile a sollevarla assieme ad altri...se le parole sono pietre!

 
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