Da un lancio dell'agenzia Ansa del 24 ottobre 1997 delle ore 12.18

A rappresentare la pubblica accusa c'era oggi il pubblico ministero Pasquale Lapadura il quale, come avevano fatto altri suoi colleghi in precedenti udienze poi rinviate, aveva sollecitato l'archiviazione del caso. A suo giudizio era palese la natura politica che ha animato il gesto di Pannella e le modalità dell'azione non rappresentavano alcun pericolo per la salute pubblica, considerato anche che al programma era presente un agente di polizia il quale poteva intervenire per impedire quanto stava accadendo.

Anche l'avv. Giandomenico Caiazza ha insistito nel chiedere il proscioglimento rilevando che, come da tempo Pannella va sostenendo, "l'hashish non è droga". Prima di ogni decisione il penalista aveva chiesto che la sostanza sequestrata (circa 200 grammi di hashish e non 50 grammi come detto in precedenza) fosse sottoposta a perizia per stabilire se abbia "effetti droganti".

Ha aggiunto il difensore: "Se il risultato sarà quello che noi sappiamo essere e cioè che l'hashish non è droga potrete e dovrete prosciogliere".

Il gip però non ha avuto dubbi e a fine dell'udienza ha mandato a giudizio Pannella, ritenendolo responsabile di istigazione a delinquere, nonché di detenzione di sostanze stupefacenti finalizzata alla cessione gratuita ad altri.