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Conferenza Rivoluzione liberale
Grippo Antonio - 3 novembre 1997
Ri: Antiproibizionismo

Caro Roberto, grazie per l'attenzione. Non e' poi cosi' frequente... :-)

Scritto il 3-Nov-97 da R.Spagnoli:

==> ...se fossimo antiproibizionisti solo perche'

==> il proibizionismo ha fallito ed e' fallito -

==> tragicamente - in cosa la nostra iniziativa sarebbe

==> diversa da quella - pur nobilissima - della Croce Rossa

==> su di un campo di battaglia?

La Croce Rossa cura i feriti e porta via i morti, ma non tenta neppure di

fermare la battaglia. Io credo che l'antipribizionismo sulle dl sia invece, innanzitutto,

la chiave per fermare una "battaglia" senza senso, che continua a sfornare

morti e feriti. E' ben di piu' della Croce Rossa, indipendentemente dalle motivazioni, e' politica, cioe' ricerca di soluzioni.

==> Cio' che rende diversa la nostra impostazione,

==> che la rende "radicale", e' l'essere da una parte

==> "politica" nel senso pieno della parola e quindi nel

==> proporre una concreta alternativa per governare il

==> fenomeno droghe; dall'altra l'affermazione del

==> principio della liberta' personale, intesa come piena

==> assunzione delle proprie responsabilita'. Se

==> disgiungiamo queste due motivazioni che senso ha

==> definirci liberali, liberisti e libertari?

Non so, davvero, se la mia impostazione mi renda omogeneo o no alla politica

radicale sulle droghe...:-)

Non se neppure se la mia convinzione di essere piuttosto libertario sia solo

un'illusione :-))

Per me politica liberale significa essenzialmente ricerca, fra mille dubbi, di soluzioni di liberta'

non ideologiche, praticabili, funzionanti.

Spesso contro ogni convinzione assoluta e quindi non discutibile; il che non significa certo rinunciare a determinati principi.

Non mi spavento se mi si dice: "chiunque deve essere assolutamente

libero di assumere sempre quasiasi sostanza in qualsiasi quantita'".

Magari replico che per me e' prioritario, piuttosto, trovare,

di volta in volta, una soluzione praticabile, civile, che tuteli come meglio e'

possibile la liberta' ed il diritto.

Nel caso specifico delle droghe leggere, quindi, un'alternativa immediata al

proibizionismo impossibile ed incivile.

Poi magari, nel caso specifico, sono anche convinto che nessuno abbia il diritto

di romperci i coglioni se dopo cena io mi faccio due cognac e Tizio lo spinello.

E questa convinzione, ovviamente...non guasta. :-)

Poi magari (scusa il brutto esempio, volutamente forzato) mi viene da applaudire se uno che sta per inghiottire

acido muriatico viene fermato con abile mossa di lotta...

Poi magari mi viene da pensare che SE proibire l'abuso di certe sostanze che

rendono talvolta chi ne abusa fisicamente pericoloso per la liberta' altrui funzionasse,

non cadrei in deliquio per l'attentato ai diritti civili.

Attenzione, ho scritto SE, so che di solito non funziona, anzi aggiunge al problema gravi problemi, quindi non e' praticabile, e

bisogna trovare un'altra soluzione La quale PUO' non essere: ciascuno faccia

quello che gli pare. D'altra parte parliamo di LEGALIZZAZIONE, e parliamo di

sperimentazione per esempio, e parliamo di controllo medico per esempio, e parliamo di leggi complesse.

Sul piano operativo il semplice lasciarsi guidare dal principio assoluto secondo cui

chiunque, sempre, ha diritto di fare di se' stesso quello che crede PUO' non essere

la soluzione a maggior livello di liberta' complessiva. In pratica e' questo

che intendevo dire.

Diciamo che mi sforzo, spesso goffamente dubbioso, di coniugare nella mia mente (non so quanto radicale, liberale, liberista e

libertaria:-) liberta', diritto, praticabilita' e risultati.

(scusate la lunghezza; non e' proprio quello che avrei voluto scrivere, ma piu' o meno...)

 
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