Titolo: La privacy non spetta ai politici - La sentenza: è giusto che gli elettori <> tutto di loro."...<<è evidente che la lotta politica segue sue regole non codificate, che a volte possono portare una parte ad avvalersi anche del discredito sociale dell'altra, senza che per ciò solo si sconfini necessariamente nella scorrettezza comportamentale>>. La corte di Viterbo (Gaetano Mautone, Anna Maria Paglieri e Loredana Miccichè) ha depositato le motivazioni della sentenza con cui nel giugno scorso ha assolto l'editore Marcello Baraghini, la pornostar Rossana Doll e il giornalista Alberto Selvaggi dall'accusa di diffamaazione a mezzo stampa per il pamphlet <>, pubblicato alla vigilia delle elezioni politiche del 1994 nella collana <> di Stampa Alternativa. I tre erano stati querelati da Luigi Farace e Pasquale Diglio, deputati pugliesi della Dc e del Psi, all'epoca sottosegretari uscenti all'Industria e all'Agricoltura...<<è indubbio l'interesse del pubblico alla conoscenza di una prassi di tangenti di tipo sessuale, cioè della consuetudine dei potenti di turno di pretendere prestazioni sessuali a fini clientelistici>>...La sentenza sul caso-Doll non soltanto non censura <>, ma sottolinea che <>...".L'articolo ricorda anche il caso americano di Donna Rice, le cui rivelazioni bloccarono la corsa alla Casa Bianca di Gary Hart (caso citato varie volte da Pannella per sottolineare il fatto che gli elettori intesero punire non la scappatella del candidato - chi è senza peccato... - ma la sua manifesta malafede nel negare il fatto).