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Conferenza Rivoluzione liberale
Grippo Antonio - 7 novembre 1997
Gli slogan ed i messaggi da campagna elettorale sono necessariamente
semplificati, dovendo riassumere e "colpire". Cosi': "Con Rutelli contro il

Polulivo", anche se a me sembra evidente il contrasto con il fatto che Rutelli,

invece, si senta e si dica il sindaco dell'Ulivo e per l'Ulivo, al cento per

cento.

Soprattutto mi pare semplificato eccessivamente il messaggio

relativo ad un regime che integra, allo stesso livello, ogni componente della

maggioranza ed ogni componente dell'opposizione: la lista Pannella contro

il nefasto resto del mondo.

Le critiche alla non politica del Polo, ai ruggiti rimasti teoria, ad una

pratica di effettiva connivenza, agli squallidi compromessi, sono sacrosante.

Che sia finita per volonta' del Polo l'epoca di un possibile accordo sui

temi della "rivoluzione liberale", e' tragicamente evidente, non da oggi.

Tuttavia ci sono dei fatti recenti ed attuali che un messaggio-slogan non puo' che ignorare,

non puo' che "dimenticare".

Il governo del Polo, con tutte le sue gravi manchevolezze (per usare un eufemismo),

si e' scontrato, anche, con il muro di un'egemonia ideologico-culturale

che considera moralmente "illecito" ogni atto politico il quale escluda il compromesso con la sinistra;

che addita come "illecita", quindi, anche ogni forma di opposizione vera al governo.

Si e' scontrato anche con il terrore, e con la conseguente reazione, per la

possibile rottura degli equilibri consociativi e concertativi.

Si e' scontrato (e facilmente si e' arreso) anche con la violenta delegittimazione personale,

con le campagne di stampe denigratorie schiacciasassi, con le perquisizioni a

raffica, con con gli avvisi di garanzia giusti al momento giusto, con i

milioni di "lavoratori" facilissimamente sbattuti in piazza (ed era, lo sappiamo, una

riforma della previdenza piu' che decente). Il sabato mattina passavo in centro:

sotto la sede di FI, sotto Palazzo Chigi, stazionavano fisse folle di ragazzini

urlanti con il pugno chiuso...

Il Mancuso dell'era Dini e' stato cacciato via come un cane (letteralmente: come un cane),

per aver immaginato un'ispezione, Mancuso esplicitamente descritto dalla stampa come un delinquente.

A un Flick basta dire alla Camera, per ogni cosa: tutto a posto, va bene cosi'

(ieri Violante da' la parola a Mancuso, Paissan se ne indigna, Violante risponde:

chiedo scusa, non lo faccio piu'...).

L'Ulivo puo' "governare" e rafforzare il regime non solo perche' trova i numeri:

anche perche' non deve scontrarsi ogni minuto contro un'ideologia "delegittimante" ed estenuante. Non ci sono

le orde di ragazzini urlanti, gli avvisi di garanzia giusti al momento

giusto non sono un pericolo. Con quella stessa ideologia che ordinava,

praticamente, sputi in faccia a Pannella, qualunque cosa dicesse o facesse,

mentre oggi l'approccio e' assai piu'...morbido.

(Non oso pensare a cosa avrebbe detto e fatto dire d'Alema sulla distribuzione

dei soldi se Pannella appoggiasse Borghini.)

Tutte le leve, tutti i bottoni, sembrano essere saldamente nelle mani governative.

Ogni contrasto interno od esterno si stempera con qualche compromesso.

Tutto questo, ovviamente, non dice e non puo' dire "contro il Polulivo".

Lo giuro: non e' nostalgia per Berlusconi! :-)

 
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