Il Foglio, 6-11-97Caro Marco Pannella, mi aspettavo che arrivaste in galera, l'altro giorno, tu e Rita e gli altri, e poi un giudice sensato ci ha messo rimedio. E tu sei andato in ospedale. Mi raccomando. Certo, il tempo passa e molte cose nostre diventano anacronistiche. Quel tuo modo di fumare, per esempio (e di difenderlo per ragioni libertarie: qualche volta un po' imbrogli). Fumammo tutti piu' che potevamo, orribili Gauloises e Gitanes dai magnifici pacchetti azzurri, pero' ad un certo punto smettemmo. Quando domenica ho dovuto pensare che tu potessi morire, ho sentito un gran dolore. E' enorme lo spazio che hai occupato durante la nostra vita, e il vuoto che lasceresti sarebbe enorme. Che succeda piu' tardi possibile, dunque: dopo che avrai finito di distribuire tutti quei dannatissimi soldi (sarei proibizionista, sulla distribuzione pubblica di soldi) e tutte quelle bustine di erba gratuita, proibita da stupidi e mercanti. E poi, quando avrai finito, ti verrà un'altra idea, un'idea nuova, di quelle che vale davvero la
pena di provare a realizzare. Insomma, buon lavoro.