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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 9 novembre 1997
DROGA: LISTA PANNELLA "A ROMA EROINA GRATIS A MILLE TOSSICODIPENDENTI"

PANNELLA: "E' ORA DI FARE SALTARE LA SANTABARBARA DEL PROIBIZIONISMO. COMINCIAMO CON ROMA E CON MILLE TOSSICODIPENDENTI LIBERI DI CURARSI"

Roma, 9 novembre 1997

A Roma ci sono secondo stime ufficiali circa 20.000 tossicodipendenti da eroina; di questi solo la metà- o poco più- è in contatto con i servizi sulle tossicodipendenze: un contatto, in molti casi, puramente burocratico, ostacolato e pregiudicato dal rigido proibizionismo sulle cure, sui farmaci, sui trattamenti, che è corollario necessario e sciagurato del proibizionismo sulle droghe. Almeno 500-600 tossicodipendenti sono senza fissa dimora; vivono per strada consumando droga di strada.

Si può dunque ampiamente sostenere che la stragrande maggioranza della popolazione tossicodipendente romana, oltre a costituire -suo malgrado- una minaccia permanente per l'ordine e la sicurezza pubblica, ed una fonte inesauribile di reddito per le organizzazioni criminali, dimostra- suo malgrado- che gli strumenti terapeutici oggi a disposizione per la cura delle tossicodipendenze non sono né efficaci né convenienti.

Nella Confederazione Elvetica, una sperimentazione da anni in corso ha dimostrato che la somministrazione controllata di eroina è, in alcune situazioni, e senza alcun dubbio, uno strumento di "normalizzazione terapeutica", che, da una parte, lascia intatta la possibilità di "uscita" (che è completamente pregiudicata da condizioni di vita disperate o di strada), e dall'altra, riduce a dismisura i rischi sociali e sanitari connessi al consumo di eroina.

Per quale ragione dunque non dovrebbe essere sperimentata, anche in Italia, anche a Roma, una simile alternativa? E' ora di fare saltare la santabarbara del proibizionismo, cominciando con Roma e con mille tossicodipendenti romani- scelti fra coloro che non hanno ottenuto risultati positivi con altri tipi di trattamento, e che diverrebbero finalmente liberi di curarsi e di essere curati.

In tema di droghe, il ministero della Sanità non ha avuto timore di "tollerare" sperimentazioni - basti pensare all'UROD - giudicate, sin dall'inizio, estremamente a rischio e comunque di non eccezionale riuscita; perché non dovrebbe "concedere", o promuovere, sperimentazioni già ampiamente "testate"?

Perché tutto questo dovrebbe essere impedito? Quale ragione minimamente presentabile ha già oggi il governo, per giustificare il bando a "buone pratiche" di governo della salute e della societa'?

 
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