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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rita - 9 novembre 1997
"Questa non è una rappresentazione simbolica "

Quello che segue è il testo da me letto nel corso della manifestazione di disobbedienza civile di Piazza Navona del 12 Ottobre 1997. I fogli originali sono stati sequestrati dalla Squadra Mobile di Roma.

Questa non è una rappresentazione simbolica: siamo, sono qui per compiere e per ripetere - e non per simulare - reati che ho già in precedenza compiuto, e che sono determinata a compiere ancora in seguito, sino a che la legge sulla droga proibirà le cosiddette droghe leggere, e ne impedirà un commercio legale e regolamentato.

Milioni di persone sono nel nostro paese costrette a finanziare direttamente la criminalità organizzata per acquistare e consumare sostanze - i derivati della cannabis - che hanno caratteristiche tali da potere essere assimilate a quelle di molti prodotti legali, che sono posti liberamente in vendita.

Io ritengo che sia dovere e responsabilità di tutti i cittadini organizzarsi e cooperare per restituire le leggi alla loro funzione, per migliorarne l'efficacia, per impedire che le leggi divengano - come oggi accade in tema di droghe - il maggiore incentivo e strumento dei profitti e dei poteri criminali.

Io ritengo che sia necessario operare perché le leggi, anche in tema di droghe, non cadano nella tragica illusione di abolire la libertà e le scelte individuali, per prevenirne le conseguenze dannose.

Siamo pazzi, estremisti, irragionevoli se, come hanno fatto tutti i segretari del Partito Radicale, scegliamo oggi la strada della galera per cambiare le leggi?

Non le abbiamo forse provate tutte le strade della legalità e del diritto?

Ascoltate:

- nel 1977 abbiamo promosso un referendum per la legalizzazione delle cosiddette non droghe che è stato bocciato dalla Corte Costituzionale;

- dal 1979 i deputati radicali hanno, anno dopo anno, depositato progetti di legge sulla legalizzazione delle droghe;

nel 1991 abbiamo promosso un referendum contro la legge Craxi-Jervolino per affermare la non punibilità del tossicodipendente e lo abbiamo vinto nel 1993. Abbiamo promosso proposte di legge di iniziativa popolare regolarmente cestinate dal Parlamento.

Nel 1995 abbiamo raccolto oltre 500.000 firme sul referendum per la legalizzazione delle droghe leggere che è stato cassato dalla Corte Costituzionale. Una sentenza immonda come quella del 1977.

Viviamo in uno stato fuorilegge che toglie ai cittadini gli strumenti previsti dalla Costituzione. Se lo Stato, le istituzioni, il Parlamento, il Presidente della Repubblica, la Corte Costituzionale sono fuorilegge, il posto dei nonviolenti, il nostro posto è il carcere.

Io ISTIGO perche' invito i cittadini a disobbedire alle leggi sulla droga, a violare la legge sulla droga, e dunque, così facendo, mi autodenuncio pubblicamente - come farò fra breve di fronte all'autorità giudiziaria - per istigazione a delinquere, a norma dell'art.414 del codice penale.

Inoltre, invito quanti lo vorranno, a ricevere le dosi di "non droghe" che distribuiamo gratuitamente in questa piazza, anziché quelle che di norma si acquistano a prezzi fuori mercato dalla criminalità organizzata, e dunque mi autodenuncio pubblicamente per istigazione al consumo di droghe, a norma dell'art.82 del DPR 309/90.

Inoltre dichiaro che i miei atti sono compiuti per attuare un disegno criminoso di sistematica e ripetuta violazione della legge sulla droga, per promuovere, finanziare, e dirigere la quale hanno operato i responsabili della Associazione Politica nazionale Lista Pannella, e del Partito Radicale Transnazionale e Transpartito. Dunque mi autodenuncio, per avere organizzato una associazione a delinquere anche insieme con il Segretario del Partito Radicale Olivier Dupuis ed il Presidente della Lista Pannella Marco Pannella. Non sono una pentita, né la mia è ovviamente una delazione. Io chiedo di essere giudicata, e, nel caso condannata, insieme ai miei compagni per una iniziativa politica che il proibizionismo impone di trattare come gravissimo reato.

Noi violiamo una legge, e ne promuoviamo e promuoveremo la violazione perché vogliamo una legge rispettata e rispettabile, capace di garantire la libertà e la sicurezza dei cittadini: l'esatto contrario di ciò che il proibizionismo impone: leggi fatte per essere violate, e in grado, per questo, di alimentare e promuovere gli interessi della criminalità.

Chiedo dunque di essere incriminata a norma dell'art.74 della legge sulla droga e dell' art.416 del codice penale.

Fra brevissimo, infine, ripeterò lo stesso reato che ho già compiuto nell'agosto del 1995 a Porta Portese; un grave reato, per la legge italiana. Farò - in modo diverso, gratuito per voi, ma enormemente costoso, per me e per noi - quanto le mafie della droga e del proibizionismo fanno in modo che ogni giorno accada, ad ogni ora del giorno e della notte, ad ogni latitudine, in ogni paese del mondo. Se ora non sarò arrestata, affermo che ho creato le condizioni per compiere lo stesso reato per altre tre volte nei prossimi 10 giorni, e chiedo pubblicamente ai maggiori, più ascoltati, influenti, apprezzati e "ufficiali" commentatori delle cose politiche di dire - a fronte di questi reati - se un'idea, una nozione più liberale e moderna del Diritto e della Giustizia stia dalla parte di chi questa legge viola e invita a violare, o dalla parte di chi rende reato, a tutto beneficio della criminalità, ciò che nessuno stato liberale potrebbe considerare tale: dalla parte di chi, insomma, difendendo il proibizionismo d

ifende fatturati criminali che solo nel nostro paese superano i 40.000 miliardi di lire, facendo della mafia una delle prime potenze economiche, finanziarie e politiche nazionali.. In particolare questo chiedo a: Michele Serra, Angelo Panebianco, Giorgio Bocca, Francesco Merlo, Enzo Biagi, Indro Montanelli, Ernesto Galli della Loggia, Gad Lerner, Ezio Mauro, Giovanni Valentini, Paolo Franchi, Giuseppe Turani.

Ora, questo è per voi, questo per le forze dell'ordine e questo lo detengo per uso non personale.

 
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