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Conferenza Rivoluzione liberale
Poretti Donatella - 11 novembre 1997
Il fondo di Merlo si potra' condividere o meno, in parte o in tutto, ma di avvinazzato, non mi sembra abbia nulla, lo stile e' sicuramente "diverso" rispetto ad altri editorialisti, ma la cosa non dovrebbe essere una nota di demerito. Cosi' come non si potra' dire che i comizi di Pannella sono simili ai comizi degli altri politici i rimandi, le annotazioni, gli incisi, le citazioni "ai piu'" sconosciute e incompresibili, non li rendono certo avvinazzati.
Le interpretazioni degli scritti altrui, scritti non certo ermetici, non mi appartengono, pero' quando Merlo scrive:

"Eppure questo Pannella non puo' essere giudicato in base agli umori comiziali, c'e' qualcosa di drammatico e forse tragico nel "solito Pannella" che gioca anche con la propria vita e sta diventando l'ultimo eversore d'Italia, ogni giorno piu' vicino allo scontro epico e finale, sempre piu' simile all'eroe radicale dell'ultima battaglia"

Non posso far altro che condividerlo, intendendo per "eversore" l'unico dentro la legge scritta, che paradossalmente diventa eversore nel richiedere il rispetto della legalita' quando tutto il resto e' fuori legge. L'illegalita' e' la consuetudine, la legge non scritta e' quella in vigore. Nessuno si ribella la noia la stanchezza e l'apatia prevalgono, si stravolgono i termini e si capovolge il senso delle cose e in un attimo eversore diventa l'unico e l'ultimo legalitario, che non trova altra cittadinanza che non sia il marciapiede e il carcere.

 
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