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Conferenza Rivoluzione liberale
Vernaglione Piero - 11 novembre 1997
Scandura, mi inserisco con due battute sul tema che hai proposto alla riflessione di Benedetto. Le misure prese da Cardoso sono sollecitate dall'urgenza di proteggere il Real dai rischi di possibili attacchi speculativi del tipo di quelli subiti dalle valute dei paesi del sud-est asiatico. Gli interventi sono mirati prevalentemente alla riduzione del disavanzo pubblico (l'estensore della nota di agenzia ha confuso il debito con il disavanzo, che solo indirettamente sono collegati), con consistenti misure dal lato delle entrate (dunque non proprio di segno liberista). Quando si sente parlare di stangate, si associa il termine a operazioni antisociali e quindi automaticamente imputate a posizioni di destra liberista. Ma tale equivalenza è completamente infondata, perché una stangata basata solo su aumenti dei tributi è una stangata "statalista", e non ha niente a che spartire con il liberismo. Quanto alla possibilità che vicende simili si possano verificare in Italia, un attacco speculativo alla lira è sempre
dietro l'angolo, anche se il comportamento dei mercati durante un evento potenzialmente dirompente come la crisi di governo è stato molto controllato, e dunque a brevissimo termine un disordine valutario con la lira protagonista appare improbabile. Poiché a maggio prossimo verranno fissate le parità reciproche (con l'impegno di mantenerle fisse) fra le monete confluenti nell'Euro, a quell'epoca potrebbero esserci pressioni su alcune valute. Dato il comportamento mantenuto in passato dalla Banca d'Italia, è probabile che, in caso di attacco alla lira, si svenerebbero pur di mantenere la parità (sbagliando, a mio avviso: ma io sono favorevole ad un regime di cambi flessibili, cioè all'operare del mercato anche per quanto riguarda le valute, e la mia opinione, oltre ad essere irrilevante, non è fra le opzioni considerate nella costruzione dell'Euro). Un'ultima considerazione generale: non è che il liberismo sia una ricetta salvifica, tanto meno in Brasile: se vi sono deficienze strutturali, attriti, inerzie, c

arenze nel fattore imprenditoriale, il mercato, che è una rete di relazioni fra gli individui (con tutte le loro imperfezioni), non risolve d'incanto tali problemi trasformando in un paradiso terrestre gli squilibri e le contraddizioni dei sistemi economici. Il problema è che l'intervento dello stato, soprattutto con le modalità con cui è avvenuto in alcuni paesi dell'America Latina, addirittura peggiora le cose.

 
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