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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Luigi - 12 novembre 1997
Elezioni a Roma
L'appoggio a Rutelli non mi ha convinto. Provo a spiegare perché.

Se si denuncia un regime, logica vuole che non si può partecipare alle sue elezioni. Ammesso che il regime non sia del tutto operante e si creda che attraverso le elezioni può essere scalzato, allora ci si presenta da soli (come si è fatto nelle circoscrizioni). Resta incomprensibile, infatti, lo slogan "con Rutelli, contro Polulivo".

Né vale la tesi che già nel 93 si appoggiò Rutelli. Proprio per quello che è accaduto in questi 4 anni è diventato impossibile sostenere l'attuale sindaco. Rutelli è l'Ulivo, non ci sono santi. Ciò è evidenziato ancor di più da quanto accaduto all'Adriano, con l'abbraccio - sebbene frenato, se si guarda bene la tv - con Di Pietro. E soprattutto dalle dichiarazioni che Rutelli ha fatto subito dopo, con la retorica dell'amministrazione dalle mani pulite.

Vi sono poi ragioni di merito. Rutelli ha pagato un prezzo all'Ulivo (e al Pds) in particolare. Questo prezzo è stato il mancato censimento del patrimonio immobiliare; sono stati i compensi miliardari per le consulenze inutili (che differenza c'è con le "sottrazioni" delle giunte passate? Solo perché votati con delibera regolare?).

Ben altro avrebbe dovuto essere lo stile di un sindaco di provenienza radicale. Ricordo che nei 100 giorni da presidente della 13 circoscrizione Pannella dimostrò cosa significava essere al governo da radicali: blocco degli abusivismi in corso, riordino amministrativo e legislativo per le competenze decentrate...

Di nuovo allora: perché appoggiare Rutelli? Perché si spera di aprirsi un varco nell'informazione? Disilludiamoci. Andrà a finire come sempre: anche sulla droga, il Pds metterà le mani sopra l'iniziativa di Pannella e la dilapiderà provocando più danni che altro. Come sull'aborto di Stato. Finirà che avremo la droga di Stato...

L'unico effetto di questa scelta è stato l'articolo di Galli della Loggia, al quale è difficile replicare se non ricordando che l'autore per primo fa parte del coro. Ma non è bello sentirsi dire di essere alla stregua di chi corre in soccorso del vincitore...

 
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