Roma, 14 novembre 1997
"Trovo desolante l'assenza di sdegno, di indignazione, di scandalo e anche di paura di fronte alle prove provate di violazioni sistematiche profonde, ormai normali della legalità repubblicana, del viver civile, di diritti basilari nel campo dell'informazione, cioè della conoscenza, della formazione delle volontà e delle scelte democratiche e popolari.
Mentre mi commuove tanta solidarietà, con i suoi doni di amicizia e di fiducia, e mi conferma quanto la vita sia bella e dolce, non so ch'esser sgomento di fronte ai prezzi che occorrerebbe pagare per illudersi di serbarla.
Comunque, la nonviolenza è speranza, e non voglio tradirla, continuerò quindi, con i miei compagni, nell'iniziativa intrapresa, mi preparo a passare anche allo sciopero della sete. Se disperassi non lo farei. E troppo chiedere a giornali e telegiornali di non continuare a ritenere o far ritenere che tutto questo è fatto per passare domenica dall'1,8% dei voti al 2%?"