PANNELLA NON CEDE: LO SCIOPERO CONTINUAD'Alema e Berlusconi in visita, il leader pds rifiuta l'hashish. Cossiga: non vale la pena morire per Siciliano
di Marco Nese - Corriere della Sera, 15 novembre 1997
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ROMA - "Prendi Massimo, questa e' per te". D'Alema va a trovare Pannella nel primo giorno di sciopero della fame. E lui gli offre una scatola dove normalmente e' contenuta l'aspirina. Solo che sopra c'e' scritto "hashish". Il segretario del Pds, impassibile, rifiuta: "No, caro Marco, ho smesso da tempo di fumare. Dovresti smettere anche tu perche' il fumo fa male alla salute". Ma lui della salute se n'infischia: non solo rifiuta il cibo, da oggi vuole rinunciare anche a bere. Cosa che gli sarebbe fatale.
Il leader del Pds si e' presentato nella sede del Partito radicale, in via di Torre Argentina, ieri mattina. Baci e abbracci con Pannella. Poi i due si sono chiusi in una stanza e sono rimasti a colloquio per un'ora e mezzo. In serata, e' arrivato anche Berlusconi.
"Pannella - dice D'Alema - pone un problema reale, quello dell'informazione". Il suo scopo di attirare l'attenzione su questo argomento "e' stato raggiunto in pieno". La questione sta molto a cuore anche al segretario del Pds: "Per questo ho voluto approfondirla con Pannella". E' il vecchio cavallo di battaglia del leader radicale: quale atteggiamento devono tenere i mezzi d'informazione, tv e giornali. Come si devono comportare, in particolare durante le campagne elettorali? "Non riguarda - dice D'Alema - soltanto un gruppo politico o un personaggio. E' un problema piu' ampio che investe tutto il sistema dell'informazione. Si tratta di capire come la stampa e le televisioni danno immagine alle idee prima ancora che alle forze politiche".
Pannella ne fa una questione legale: per legge bisogna stabilire certe regole. D'Alema la vede piu' come un fatto di "cultura", nel senso che ci vuole capacita' "nel presentare iniziative e idee, nel valutarne la portata". E trova sconveniente arrivare a un'assegnazione di spazi televisivi in base alla forza dei gruppi politici, perche' si rischia di "tornare alla lottizzazione".
La prima giornata senza cibo comincia per Pannella con un corteo di protesta attorno al palazzo della Rai in viale Mazzini. La tv pubblica, giudicata faziosa, e' il suo bersaglio preferito. Lui e una ventina di seguaci sfilano in silenzio e inalberano cartelli. Mentre continuano ad affluire messaggi per invitarlo a rinunciare allo sciopero della fame. Il senatore Cossiga gli manda a dire che "non vale la pena di morire per Enzo Siciliano", il presidente Rai.
Si muove anche il garante per l'editoria Francesco Paolo Casavola. Invita gli organi d'informazione a evitare "qualsiasi discriminazione" verso i candidati alle elezioni. Lunedi' il caso Pannella verra' discusso nella commissione di Vigilanza sulla Rai, convocata apposta. E intanto una decina di parlamentari premono affinche' il presidente della Repubblica nomini il leader radicale senatore a vita. Ma lui, il vecchio Marco, non e' per nulla soddisfatto. Anzi. In serata manda ai giornali poche righe dense di sconforto. Dice che trova "desolante l'assenza di sdegno, di indignazione, di scandalo" per le violazioni dei "diritti basilari nel campo dell'informazione". Si avvilisce perche' queste violazioni vengono accolte ormai come fatti "normali". E nega di mirare con il suo gesto a conquistare qualche voto in piu'. Deluso, annuncia di voler proseguire lo sciopero della fame. E si prepara a rinunciare anche a bere, mettendo in serio pericolo la sua vita.
Non riesce a convincerlo neanche Berlusconi. "Hai ragione - gli dice - ma non puoi rischiare di morire per affermare una verita' nota a tutti, che oggi il mondo dell'informazione e' fazioso". Per il leader del Polo il silenzio che viene fatto cadere sul gruppo radicale non e' casuale, ma risponde a "una precisa strategia".