Roma, 21 novembre 1997
Se risulterà confermato quanto appreso questa mattina a seguito degli incontri della dirigenza RAI con il presidente della Camera Violante e con il Ministro Maccanico Radio Radicale non dovrà più assicurare il servizio di trasmissioni dal Parlamento che svolge da più di vent'anni.
Il Governo aveva assunto a maggio dinanzi al Parlamento l'impegno ad assicurare la continuità del servizio di trasmissione delle sedute parlamentari fino alla completa realizzazione della rete RAI, rinnovando a questo scopo la convenzione con Radio Radicale. Questo avrebbe consentito di attendere il riordino delle frequenze da parte del Ministero secondo quanto previsto dalla legge, la RAI viene invece autorizzata a comprare frequenze dai privati spendendo in questo modo i soldi del canone versato dai cittadini, quando queste dovrebbero essere concesse per legge, gratuitamente dallo Stato tra poco più di un anno.
A Radio Radicale viene proposto solo di vendere le frequenze, nella piena consapevolezza da parte della RAI, che ciò significa la distruzione di un patrimonio non solo radiofonico e di servizio pubblico, ma storico, archivistico unico in Italia.
Quando lo Stato espropria lo fa per costruire qualcosa per la collettività, in questo caso lo fa per distruggere una realtà un bene che non sarà più in grado di mettere a disposizione dei cittadini e della collettività come è stato in questi vent'anni.