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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Paolo - 26 novembre 1997
HELMUT
cioe' helmet, casco... (cfr. il brillante movie-movie Tassisti di notte.

Mi sarebbe sembrato piu' fecondo il dibattito se non avesse omesso di tener conto del fatto che e' abbastanza scandalosamente bislacco che la normativa italiana imponga per i motocicli piccoli il casco ai soli conducenti minorenni, e questo fu il risultato di un compromesso con i potenti produttori di scooter.

Ma a parte questo, che pure c'entra, confesso che meraviglia un po' la tendenza davvero generale ad incastonare in un sistema (che facilmente diviene sistema di valori) scelte politiche e legislative. Dovremmo sottrarci a queste pur formidabili tentazioni.

Un anno fa circa in Gran Bretagna venne abolita la norma che comminava una pena pecuniaria a chi infrangeva la regola dello stare in fila alla fermata di un bus o alla posta. Venne abolita un anno fa perche' - ed e' nella motivazione il bello - mai nessuno in 73 anni di vigenza quella norma aveva infranto.

Vi sara' qualcuno, a questo punto, che mi accusera' di una concezione del diritto vetusta e anacronistica. Avrebbe ragione, ma in parte.

Io ho la patente, e pero' non mi consente di guidare un'auto. Perche'? Perche' non ci vedo, e mi e' rimasta la patente. Il fatto che io abbia la patente esimerebbe qualche vigile urbano dal penalizzarmi, se io guidassi una macchina? Allo stesso modo uno ubriaco che guidasse un'auto, pur munito di patente e tutto, dovrebbe poter guidare? Ne paghera' le conseguenze, si dira'. E' vero che accadeva, prima della RCA obbligatoria, che vi fossero vite professionali spezzate per sempre da un incidente grave, e la mancanza di mezzi del colpevole lo esimesse dai suoi obblighi civilistici al risarcimento. Visto che e' improponibile che l'investito chieda all'investitore, prima dell'incidente, quale sia la sua solvenza, una forma di cautela non sembra irragionevole. Il problema RCA e' a mio parere piuttosto nella patologia della sua applicazione di oggi.

A me sembra che il punto sia nel rifuggire le tentazioni ideologistiche, e sistematiche; che possono intravvedersi sia nella riconduzione a definizione fissa di alcuni comportamenti, o opinioni, sia nel nascondersi che i fattori del convivere, diciamo del mercato, non sono esclusivamente economici.

E' molto cresciuto, per esempio, il numero di coloro che acquistano un detersivo perche' ritengono credibile la sua relativa nocivita' per l'ambiente, e da consumatori guardano piu' a questo connotato del prodotto, che non al suo costo, o alla sua forza sbiancante. Quella sensibilita' fa parte del mercato - come e' evidente dalle pubblicita' televisive.

Un appartamento in citta' ha piu' valore, costa di piu' se la zona in cui e' ubicato non e' troppo inquinata, o rumorosa. Quella qualita' ha un valore economico. E ha un valore economico il fatto che un appartamento affacci su una strada senza buche...

La presunzione del fatto che ciascun individuo sappia badare a se stesso - presunzione senza la quale una democrazia elettiva non si reggerebbe - cozza inesorabilmente contro la opportunita' di prevedere la nullita' di clausole leonine in un contratto, quelle clausole che la legge prevede come nulle o annullabili perche' troppo sproporzionata e' la obbligazione dell'un contraente rispetto a quella cui e' tenuto l'altro.

Eppure, l'esperienza non ci priva di esempi anche molto vicini a ciascuno di noi in cui la previsione legislativa della nullita' dei patti leonini e' previsione utile e opportuna.

E poi, per fare altri esempi, quale e' il fondamento delle norme che impongono certe misure di sicurezza nella costruzione di impianti elettrici in un edificio?

E perche' qualcuno dovrebbe occuparsi del battistrada delle gomme della mia vespa se io uso quella vespa per muovermi soltanto in luoghi del tutto disabitati, senza il pericolo che io nuoccia ad alcuno o alcuna cosa se esco di strada e mi fracasso la capoccia?

Ancora, quale e' il fondamento dei provvedimenti che il Sindaco prende a Roma quando le centraline di rilevamento comunicano che la soglia dell'inquinamento supera un certo livello?

Su una autostrada il guard-rail dovrebbe essere posto soltanto a protezione di edifici o di colture che potrebbero essere danneggiati da un'auto che esca di strada. Altrove andrebbe tolto, per riciclare il metallo risparmiato. E il guard-rail ove servisse dovrebbe essere pagato soltanto da coloro cui interessa.

A me una logica contrattualistica va benissimo. Mi chiedo perche' un contratto non possa essere stipulato tra una moltitudine certa di persone.

E ancor piu' mi chiedo perche' mai una legge non possa essere un contratto. E non possa un mercato prevedere altro che la propria estinzione.

Non credo ai mercati senza governo. Il mercato senza governo tende per definizione alla negazione di se' e alla sua estinzione. Invece al mercato ci tengo.

E forse piu' tengo alla sua complessita', alla difficolta' che ho di incastrarlo in una definizione esaustiva di tutto e per tutto, in una definizione fissa e ferma, che ponga a tacere ogni dubbio sulla sistemazione nel sistema di questo o di quello dei "bisogni" e delle "volonta'" di ciascuno. Con buona pace delle sicurezze di tutti noi.

Le idee liberali sono meravigliose; ma mi viene da storcere il naso - sara' allergia - quando sento dire che questo e' piu' liberale di quello, quell'altro piu' liberista di quello, piu' politically-correct di quell'altra cosa. Le categorie sono, appunto, categorie. Le vicende delle persone, sole o associate, il piu' delle volte ne prescindono, proprio perche' alle cose si cerca di rispondere con categorie e sistemi, piuttosto che con soluzioni e idee.

Il divieto, il vietare, e lo stato, e il ricondurre a legge, in Italia sono spesso totem. Ma quando diventano tabu' non mi pare le cose cambino granche'.

 
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