Comunicato del CORA-Coordinamento radicale antiproibizionistaAlcuni anni fa, in un nostro volantino, avevamo scritto: "Se non legalizziamo le droghe oggi, saremo costretti domani a legalizzare la mafia". Avevamo visto giusto, almeno a giudicare da quanto sta facendo il nuovo "zar" antidroga dell'ONU Pino Arlacchi. Il proibizionismo e' miseramente fallito in tutto il mondo, ma, incapace di ammettere lo scacco, la burocrazia antidroga dell'Onu, a cominciare dal suo capo, ha evidentemente pensato che la cosa migliore sia scendere a patti con chi tira le fila del traffico di droga: oggi i talebani afghani, domani i signori del "Triangolo d'oro", dopodomani i narcos sudamericani o Cosa Nostra. I cittadini dei paesi produttori, quasi ovunque oppressi da dittature o da governi corrotti proprio dal denaro del narcotraffico, sono avvertiti: i loro diritti umani e civili valgono quanto un mazzetto di papaveri o di foglie di coca. I consumatori dell'Occidente stiano tranquilli: dopo i primi tempi il mercato si riorganizzera', a loro spese.
Arlacchi si vergogni.