"Roma - La Corte costituzionale è giudice del suo stesso operato nella vertenza promossa dalle Regioni che protestano contro l'inammissibilità di alcuni referendum sancita dalla stessa Corte. La questione del possibile conflitto di competenze fra Stato e Regioni, in relazione alle pronunce di inammissibilità, è stata discussa ieri in udienza.

I giudici della Consulta sono chiamati a decidere sui conflitti di attribuzione proposti dalle Rgioni Puglia e Lombardia, con riferimento alle decisioni con cui la Corte quest'anno ha dichiarato inammissibili i referendum in materia di riassetto del ministero della Sanità, promozione dell'attività delle Regioni all'estero, partecipazione regionale all'attività dell'Unione europea, funzioni statali di indirizzo e coordinamento e poteri di direttiva statale sulle funzioni amministrative delegate agli stessi enti territoriali.

Secondo le amministrazioni ricorrenti, la Consulta avrebbe manifestato <>, finalizzata <>. Le amministrazioni regionali sostengono, in sostanza, che dichiarandol'inammissibilità dei referendum, i giudici della Consulta avrebbero <> dailoro compiti. La Corte, dicono, avrebbe introdotto alcuni parametri ulteriori rispetto a quelli posti esplicitamente dalle norme costituzionali relative al giudizio di ammissibilità. Per l'Avvocatura dello Stato, invece, il quesito posto dalle Regioni rappresenta <>.".

Solo un istinto suicida potrebbe portare la Consulta a darsi torto! E in quel caso, puramente di scuola, che succerebbe? Si indicono i referendum nella prossima primavera?

Forse Lombardia e Puglia avrebbero fatto meglio a difendere i referendum un anno fa e non a babbo morto....