La necessita' di voler o dover inviare ad ogni simpatizzante un giornale od una lettera di convocazione, non e' un dogma, anche se un rilevante costo. Si potrebbe usare questa conferenza come veicolo di comunicazione da Roma ai punti di riferimento, e poi demandare a questi la diffusione capillare in loco (da cui evidenti risparmi). Ma e' proprio questo che non si vuole perche' chi e' utile al processo organizzativo ha ovviamente diritto alla fase decisionale.

Quindi si arriva alla necessita' di tartassare i simpatizzanti di telefonate: ottenendo cosi' indubbi risultati di cassa, ma a scapito di chi localmente cerca di reperire i fondi per condurre un minimo di battaglia politica. Pero' in questo modo chi non fa parte dei vostri schedari, e non e' romano, non ha piu' la possibilita' di trovare un tavolo o un' assemblea (degna di questo nome) per le strade della sua citta'. Voglio dire che un' inutile pagina del Corriere della Sera, oltre ai 130 milioni, costa anche migliaia di possibili contatti diretti con la gente.

La strada e' il luogo dove combattere, anche e soprattutto, se non ci sono microfoni e telecamere: non si puo' pensare che 10 secondi in un tg o un trafiletto su un giornale (che quando ci sono ridicolizzano le nostre iniziative) possano sostituire ore di contatto diretto con le persone che ci circondano. Sarebbe il caso di rendersi conto che la forma, con cui si appare, ha la sua importanza; che cosi' e' facile per il regime nasconderci (dato che ci isoliamo da soli) oppure, le rare volte che compariamo, ridicolizzarci.

Luigi Gerovasi