INCHIESTAI dati d'ascolto degli ultimi due mesi confermano il dominio Rai, ma mostrano il successo di chi trasmette senza star
Quelle reti in crescita record. Bonaccorti: voglia di passioni. Arbore: e' ora di canali specializzati
CORRIERE DELLA SERA, lunedi' 1 dicembre 1997
di EMILIA COSTANTINI
Voglia di fede e di protesta sociale? Secondo i dati di Audiradio, Radio Maria e Radio Radicale sono le due emittenti che, nell'ultimo bimestre, hanno ottenuto i maggiori incrementi di ascolto. La Radio diretta da don Livio conta un milione e 855 mila ascoltatori al giorno (che si siano sintonizzati almeno 15 minuti di seguito) con il 18,5 per cento in piu' rispetto a due mesi fa; la Radio-megafono di Marco Pannella, invece, puo' vantare uno zoccolo di 704 mila ascoltatori, con un incremento del 13,7 per cento. Restano ovviamente leader le reti di Radiorai e poi le piu' importanti emittenti private come Radio Dimensione Suono, Radio Deejay, Rtl e Radio Montecarlo. Anche se non registrano forti aumenti in percentuale e, in certi casi (come Radiodue con meno 3,2 per cento), mostrano qualche flessione.
Soddisfatto, ma per nulla sorpreso, padre Livio: "Il nostro non e' un successo di oggi: e' un albero che sta crescendo bene da molto tempo, da quando Radio Maria, nel 1990, e' diventata nazionale. Siamo in continua espansione, anche perche' abbiamo 750 ripetitori, cioe' il doppio di qualunque emittente privata, quindi raggiungiamo anche i piccoli centri. E non solo: in 17 nazioni trasmettiamo in lingua locale. Il motivo di questa crescita e' perche', attraverso i nostri microfoni, proponiamo alla gente dei valori umani e non soltanto cristiani: affrontiamo dei temi che non sono solo devozionali o clericali, ma riguardano il senso della vita. Insomma, senza stacchi pubblicitari, senza filtri con il pubblico e senza star dello spettacolo, siamo una radio-verita', un po' come Radio Radicale, pure se le verita' sono diverse".
Anche Radio Radicale ha un rapporto continuo e in diretta con gli ascoltatori, ma sul versante dei problemi sociali e della politica. Conferma il direttore Massimo Bordin: "Come Radio Maria siamo monotematici. In tempi di crisi della tv generalista, noi alla radio abbiamo gia' operato la svolta monotematica. Questo ci caratterizza fortemente e un certo tipo di pubblico ci e' fedele. Ma non avendo i ripetitori su tutti i campanili italiani come i nostri colleghi cattolici, non potremo mai aspirare ad ascolti oceanici". E anche a Radio Radicale, niente personaggi di "cassetta". Sottolinea Bordin: "Da noi, solo i discorsi in diretta dei leader politici". Aggiunge padre Livio: "L'unico cantante noto, nostro ospite, e' frate Cionfoli, perche' e' uno che ci crede veramente e che non incide ogni tanto canzoni di contenuto religioso per vendere piu' dischi. Insomma, da noi, non sentirete mai Gianni Morandi o Lucio Dalla, solo perche' hanno cantanto di fronte al Papa".
Renzo Arbore e Michele Mirabella riflettono sul fenomeno. Osserva l'ex mattatore di "Alto gradimento": "Qui non si tratta del confronto tra una fede religiosa e una laica. E' invece proprio il trionfo della scelta monotematica: alla radio si e' gia' verificata, in tal senso, la rivoluzione che si sta prefigurando in televisione". Aggiunge l'attuale conduttore di "Mirabella-Garrani 2000 Scio'" su Radiodue: "La vocazione al bipolarismo, se non politico, almeno culturale, qui in Italia e' sempre esistita. Dunque, questa contrapposizione rispecchia la nostra tradizione. Ma e' anche vero che la nostra penisola e' sempre stata luogo deputato di fedi e madonne pellegrine: e' un bisogno di appartenenza. Spero solo che, alla radio, declini invece il genericume ciarliero di tante altre emittenti".
Enrica Bonaccorti, che conduce "Chiamate Roma 3131" sempre su Radiodue, individua proprio nella voglia di passione, fede e coerenza, il successo delle radio "schierate": "La gente si e' stufata proprio del "genericume", dei falsi atteggiamenti prudenti, della mancanza di coraggio e dell'incapacita' di prendere delle posizioni nette. Insomma, e' come dire abbasso l'ipocrisia dei finti profeti. Anche io, quando nel mio programma affronto temi religiosi o di protesta sociale, ricevo un'attenzione eccezionale".
Ma il mix "generalista" di musica, informazione, cultura, intrattenimento, alla radio fa sempre i suoi proseliti. Pero' il direttore di Radiorai Stefano Gigotti anticipa: "Anche la radio del servizio pubblico si sta orientando verso una differenziazione tematica delle varie reti. Il futuro, anche per la sorella povera della tv, e' quello di consentire all'ascoltatore di crearsi il suo palinsesto personale".