di Claudio Sardo[Il Mattino, giovedì 4 dicembre 1997, p. 5]
Un referendum contro la legge Mattarella e, soprattutto, contro l'"intesa di casa Letta" ? L'idea, già circolata nei giorni scorsi, è stata rilanciata da Giorgio Rebuffa, uno dei forzisti più critici verso la Bicamerale, e subito raccolta da Natale D'Amico, braccio destro di Dini. La paternità di questa iniziativa è di un giovane radicale, Emilio Colombo (omonimo del leader dc), e su di essa si era raccolta la simpatia di alcuni settori del Pds.
Il partito anti-proporzionalista
Cosa propone il quesito referendario ? Di abolire la seconda scheda nelle elezioni della Camera. In pratica, verrebbe cancellato il voto per i partiti e la quota proporzionale sarebbe assegnata attraverso i piazzati nei collegi uninominali. Il quesito è frutto di un'opera minuziosa di tagli alla legge Mattarella e, a giudizio di alcuni esperti, è capace di superare indenne il severo esame della Consulta. Ma le potenzialità di questo referendum non finiscono qui. La sola minaccia di un ricorso alle urne può contrastare le spinte proporzionalistiche, che si sono espresse in Bicamerale e hanno lasciato il segno nel patto di "casa Letta". Per questo, l'idea del referendum non dispiace al Pds, sostenitore del doppio turno nei collegi, e a quanti si battono per scelte maggioritarie più nette.