Roma, 7 dicembre 1997

Se ai lavoratori pubblici "in esubero" si vuole continuare - chissà perché - a riservare un trattamento diverso e migliore di quello dei dipendenti privati, in particolare delle piccole imprese, vi erano altre strade da percorrere: prima il trasferimento ad altre amministrazioni dello Stato e, in alternativa, una maxi-buonauscita ed eventuali garanzie incentivazioni creditizie o fiscali per l'avvio di una attività autonoma.

Come sempre si è scelta la via peggiore, "vecchia", statalista e assistenzialista: nessuno si illuda, il conto, come sempre, si pagherà tutto e più salato in futuro.

Proprio nel giorno in cui da Francoforte giunge la conferma dei dubbi di Kohl sull'ingresso dell'Italia nella moneta unica, Governo e maggioranza ne avvalorano la fondatezza, gettando nuove ombre sull'effettivo risanamento strutturale dei conti pubblici italiani, con l'ingiustificabile lassismo mostrato nella gestione degli esuberi FS. Il lupo ha forse cambiato il pelo, ma non ha certo perso il vizio di intervenire in modo assistenziale e sostanzialmente clientelare ogni qual volta si presenta la necessità di tagli strutturali alla spesa pubblica inefficiente.

Entro il 2001 un esercito di 15.000 baby pensionati dai 48 anni in su affolleranno le panchine delle città italiane o, più probabilmente, infoltiranno le schiere dei lavoratori in nero. Il tutto, ovviamente, a carico dei lavoratori in attività e delle imprese, la cui competitività verrà ulteriormente penalizzata da nuovi oneri fiscali e contributivi.