da l'Unita' di oggi, 8 Dicembre 1997occhiello: Attenzione agli investimenti, impegno per un incontro fra credenti e non credenti
titolo: PERCHE' SERVE UN OSSERVATORIO LAICO SUL GIUBILEO
di Gianfranco Pasquino
Persa l'organizzazione delle Olimpiadi del 2004, la città' di Roma ha la grande occasione del Giubileo del 2000. Sotto la guida del commissario-sindaco Rutellli, Roma potrà farsi piu' bella e piu' funzionale, potra' aprirsi ancora di piu' al turismo e al tempo stesso, riorganizzare la sua vita quotidiana a cominciare dal traffico. Tutto questo comporta investimenti e spese, ristrutturazioni e innovazioni dell'arredo urbano, ciascuno delle quali richiede progetti e interventi che lasceranno il segno per molti anni. Il territorio della città' ne puo' risultare migliorato oppure peggiorato; l'ambiente potra' diventare piu' vivibile o piu' soffocante. Poiche' ciascuna scelta contiene elementi di confittualita' oltreche' di costi, appare utile che esista un monitoraggio indipendente acuto e costante che valuti, controlli, critichi e, se del caso. denunci quel che si fa e quel che si dovrebbe o non dovrebbe fare. La tutela e la valorizzazione del territorio della città' e del suo ambiente sono due dei principali o
biettivi che si propone l'Osservatorio laico sul Giubileo di recente costituito.
Inteso nella sua accezione originaria, il Giubileo consiste in un anno di attivita' religiose programmate per conseguire l'indulgenza plenaria. Per traslato, giubilare e' ottenere ed esprimere allegrezza. Non e', ovviamente, compito dei non credenti decidere che cosa debbono fare i credenti per pervenire al giubilo e per meritare l'indulgenza. Tuttavia, una ricorrenza cosi' importante, in avvenimento cosi' significativo meritano l'attenzione dei non credenti. Siamo tutti sullo stesso mondo e molti di noi cercano di migliorare le condizioni, spesso strettamente connesse, della vita materiale e della vita spirituale, nostra e di altri. Sarebbe, pertanto, molto strano e criticabile se, fra le numerose attivita' previste nell'anno del Giubileo, non trovassero spazio incontri e confronti di natura, in senso lato, culturali fra credenti e non credenti. Se non venissero predisposti i luoghi e i modi per analisi, dibattiti, prese di posizione sui problemi centrali del mondo, quelli materiali come la poverta' e l'amb
iente, l'ingiustizia e le guerre, e quelli che attengono ad altre sfere piu' propriamente spirituali come la bioetica e i fondamentalismi. Se non si discutesse delle condizioni di vita, e di morte, dei bambini e delle donne, e delle modalita' con le quali rendere possibile per tutti una vita migliore, degna di essere vissuta.
L'Osservatorio laico sul Giubileo non pretende, naturalmente, di dettare il programma delle attivita' piu' propriamente religiose. Mira, piuttosto, ad individuare quelle tematiche sulle quali un confronto fra credenti di piu' fedi e non credenti, sia non soltanto auspicabile, ma possibile, e intende suggerire le modalita' con le quali garantire un reale e produttivo pluralismo. Se "non di solo pane vive l'uomo" e' anche vero che le parole che possono soddisfare il suo bisogno di sovrannaturale meritano di essere analizzate, dibattute e valutate senza ipocrisia e senza preconcetti. La comunanza dei valori, alla quale e' giusto tendere, non puo' essere il punto di partenza dogmatico di nessun confronto, ma unicamente l'approdo di un incontro il piu' possibile pluralista e aperto.
Proprio perche' il Giubileo intreccia fenomeni materiali e spirituali, il rischio che corre e' duplice. Da un lato, per quel che riguarda le opere necessarie a rendere Roma in grado di accogliere decine di milioni di pellegrini, si rischia che, anche per colmare i ritardi e per superare gli ostacoli burocratici, si ricorra a pratiche non trasparenti che danneggerebbero un po' tutti, compresa l'amministrazione comunale, tranne chi le sa usare furbescamente.
Dall'altro, si rischia che, invece di essere un evento di apertura al piu' ampio e piu' pluralista, al piu' vigoroso dei confronti tra portatori di idee e concezioni della vita del mondo diversi, il Giubileo si presenti come l'esaltazione esclusiva di quello che e' e vuole essere la Chiesa cattolica in questo momento storico.
Non bastera', come nel congresso eucaristico di Bologna, qualche musicista rock di un'annata magari buona, ma lontana, a rendere piu' moderno il messaggio del cattolicesimo.
Se, poi, "comunismo" vuole dire sapersi aprire a tutti e raggiungerli, allora e' quantomai opportuno che questa apertura sia reale e verificata nelle attivita' concrete del Giubileo. Anche per questo, l'opera dell'Osservatorio laico promettere (sic) di essere preziosa: non un'interferenza, ma un contributo di competenza.