Roma, 9 novembre 1997
Dichiarazione di Benedetto Della Vedova, Lista Pannella, già coordinatore referendum abolizione golden share:
"Il Ministro Bersani cerca di difendersi dalle accuse sollevate da Mario Monti e dalla Commissione Europea contro la golden share italiana, sostenendo che quella prevista per Telecom è "a tempo". Falso: la riserva di poteri dello stato nell'azienda di TLC è stata prevista formalmente per tre anni, certo, ma comunque fino a che non intervenga una decisione del Governo che stabilisca che il mercato delle telecomunicazioni abbia raggiunto la completa liberalizzazione. Per quanto riguarda l'ENI, poi, nessun limite temporale, neppure fittizio, è stato previsto per la golden share. In queste condizioni, quindi, la condanna da parte della UE e la relativa multa è inevitabile; a meno che non venga cancellato l'articolo 2 della Legge 474/94, come chiedeva il referendum.
Il quindici giugno, come è noto, infatti, oltre 9,5 milioni di italiani, il 75% dei votanti al referendum, avevano chiesto la cancellazione della golden share. Solo l'esistenza del quorum, un ostacolo alla democrazia diretta sconosciuto nella altre democrazie referendarie, ha permesso allo Stato e ai partiti di mantenere questo strumento gattopardesco per conservare il potere nelle aziende privatizzate.
Le recenti vicende relative alla presidenza di Telecom, hanno dimostrato quanto una privatizzazione condotta con l'utilizzo di una golden share pesante sia una finzione, che conduce, nella realtà, ad una "pubblicizzazione" del risparmio privato di milioni di ignari cittadini".