COMUNICATO STAMPA
LEGGI LIBERTICIDE SULLA STAMPA. CONDANNATI I RADICALI FIORENTINI PER AVER VIOLATO LE LEGGI CHE LIMITANO LA LIBERTA' DI STAMPA: AVEVANO DISTRIBUITO UN GIORNALE IL CUI DIRETTORE RESPONSABILE NON ERA ISCRITTO ALL'ALBO DELLA CORPORAZIONE GIORNALISTICA. ANNUNCIATA L'OPPOSIZIONE ALLA SENTENZA: LA LOTTA ORA, DALLE PIAZZE SI TRASFERISCE NELLE AULE DI TRIBUNALE.
Firenze, 13 Dicembre 1997. Il giudice della Pretura di Firenze ha condannato 7 radicali fiorentini che nell'aprile del '96 distribuirono pubblicamente il giornale "Risorgimento Liberale": era un'iniziativa che si svolgeva contemporaneamente in diverse citta' italiane, un'azione di disobbedienza civile dopo aver avvisato le forze dell'ordine, per denunciare le leggi liberticide sulla stampa, che impongono che un giornale, per poter essere diffuso, ha bisogno di un direttore responsabile iscritto all'Ordine dei Giornalisti, quello stesso Ordine che la maggiorparte degli elettori lo scorso giugno ha bocciato con un referendum, ma che non ha potuto avere effetto perche' non fu raggiunto il quorum dei partecipanti.
Vincenzo Donvito, Carmine Di Giorgio, Carlo Serafini, Giancarlo Scheggi, Roberto Rogai, Valerio Giannellini ed Edo Taddei, tutti dirigenti e militanti radicali, sono stati condannati a lire 100.000 di ammenda per aver violato l'articolo 663 bis del codice penale. Per tutti, tranne che per Vincenzo Donvito, il giudice ha disposto la non menzione della condanna nel certificato giudiziale.
"Mi domando sempre, in questi casi -interviene Vincenzo Donvito, commentando la sentenza- se il giudice che condanna e' in imbarazzo o meno. Infatti abbiamo una Carta Costituzionale che sancisce la liberta' di stampa e di opinione, ma nello stesso tempo abbiamo leggi che ne impediscono l'attuazione, come quella sull'obbligatorieta' dell'iscrizione all'Ordine dei giornalisti del direttore responsabile di un giornale. Su questa anomalia tra legge e principio, il giudice potrebbe intervenire, chiedendo il conforto, per esempio, della Corte Costituzionale, e non limitandosi a fare da "passacarte" come il dr.Gatta della Pretura di Firenze che ha emesso la sentenza. Per queste ragioni presentero' opposizione: il proseguimento dell'iniziativa di disobbedienza civile, dalla piazza in cui abbiamo distribuito il giornale "Risorgimento Liberale" alle aule di tribunale, e' il passo successivo di questa battaglia di liberta', perche' chiedo l'assoluzione rispetto alla Costituzione, nonche' la condanna della legge, perche
' e' questa legge che viola i principi ispiratori della Repubblica, e non io."