(ASCA) - Roma, 19 dic - A Radio Radicale esiste una
situazione ''anomala'' dal punto di vista giornalistico con
l'esistenza di ''contratti truffa'' che inquadrano i
giornalisti come ''impiegati di quarto livello''.
E' quanto afferma il Comitato di redazione di Radio
Radicale con un comunicato che replica all'editore che aveva
sostenuto la piena regolarita' della situazione
giornalistica all'emittente radiofonica radicale. La replica
del Comitato di redazione e' affidata a tre punti:
''1) i contratti applicati ai giornalisti di Radio
Radicale sono quelli ''FRT'', non firmati da alcuna
organizzazione rappresentativa dei giornalisti italiani ne'
da alcun rappresentante legittimo della redazione della
radio. Sono quindi 'contratti-truffa', che inquadrano i
giornalisti di radio radicale come 'impiegati di quarto
livello''. Ogni commento e' assolutamente superfluo.
2) Il livello di retribuzione di un redattore ordinario
di Radio radicale, straordinari esclusi, e' pari al massimo
a 1.700.000 lire circa mensili. Si tratta davvero della
massima somma compatibile con i 18 miliardi (al lordo)
entrati ogni anno nelle casse di Radio Radicale provenienti
- a vario titolo - dal bilancio statale? Ogni commento e'
assolutamente superfluo. Ma una annotazione e' doverosa:
Radio Radicale e' un'impresa civile di pubblico servizio che
poggia sulle spalle dei contribuenti e che non opera
minimamente nelle condizioni di mercato ricordate -
strumentalmente - dall'editore''.
3) Le ispezioni dell'Inpgi e dell'Ispettorato del Lavoro del luglio scorso, al contrario di quanto sostenuto dall'editore, - prosegue il comunicato -
hanno rilevato alcune situazioni di grave irregolarita'.
Tanto che, solo dopo quelle ispezioni, e dopo la minaccia di
sospensione nell'erogazione dei fondi ex legge
sull'editoria, l'editore ha deciso di versare i contributi
previdenziali per i giornalisti all'Inpgi medesimo''.
''A questo punto l'editore di Radio Radicale deve assumersi
le proprie responsabilita', dicendo chiaramente - afferma il
Comitato di redazione - qual e' il suo reale intendimento
circa il futuro di questa emittente. Appare infatti chiaro
che chiedere ingenti risorse a carico dei contribuenti per
il servizio di radio Parlamento e allo stesso tempo
pretendere di continuare ad applicare 'contratti truffa' e'
assolutamente impossibile. Non vorremmo che qesta
inspiegabile rigidita' da parte dell'editore fosse di grave
nocumento per la continuazione della straordinaria
esperienza di Radio Radicale. Il comitato di redazione che
da quella esperienza la propria bandiera, chiede all'editore
di fare chiarezza rispetto ai propri obiettivi senza
cercare falsi e ridicoli alibi; al Governo di permettere il
proseguimento dell'esperienaza di Radio Radicale garantendo
la piena e totale applicazione dei contratti Fnsi''.
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