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Conferenza Rivoluzione liberale
Donvito Vincenzo - 28 dicembre 1997
Da il quotidiano l'Avanti di oggi 28 dicembre 1997, prima pagina

Pannella e Bonino: per chi suona la campana

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E' la prima volta che un Commissario Europeo, in questo caso Emma Bonino, lancia un grido d'allarme e di angoscia per quanto accade in Italia dove "e' in vita un regime sempre piu' pervasivo, che occupa ogni spazio e tende ad annientare anche la semplice memoria di lotta della tradizione radicale".

Le fa eco Marco Pannella con un suo "proclama rivoluzionario" che richiama il popolo alle armi - naturalmente quelle della non violenza - giacche' "il regime va abbattuto perche' non si puo' riformare. Opporremo - conclude Pannella - ad un ordine ingiusto e violento, l'ordine del diritto e della liberta'".

Che un ministro dell'Europa - e che ministro! - rivolga un'accusa tanto grave a chi detiene oggi il potere nel Paese testimonia, al di la' dell'appartenenza della Bonino al movimentismo pannelliano, un punto di crisi difficilmente reversibile. Anche il motivo principale della dura protesta, vale a dire l'imminente soppressione da parte della Rai delle "dirette" parlamentari di Radio Radicale, e' in realta' una tappa dell'escalation della damnatio memoriae praticata in questi anni dalla politica e dalla cultura dei postcomunisti. I quali sanno perfettamente di essere andati al governo (quasi) per caso - cioe' approfittando della falsa rivoluzione giustizialista che li ha risparmiati dopo che la storia li aveva condannati - e cercano di conservare il potere manipolando la verita' e riscrivendo la storia.

In questo compito essi sono i migliori, e non soltanto perche' si giovano di cori mediatici impressionanti per conformismo, ma soprattutto per la loro capacita', maturata in decenni di doppiezze e di menzogne ideologiche, di creare scenari criminali e apocalittici contro gli altri in nome di una superiorita' etica derivantegli esclusivamente dal cinismo manipolatore e dalla protezione di Procure amiche.

Scomparso il comunismo, sono rimasti i comunisti, benche' ex e post, con la loro coazione ad annichilire il nemico politico, ad annullarne la storia e a dannarne la memoria. Per i comunisti il radicale, liberale, libertario e referendario Pannella, se gia' era allora una spina nel fianco, e' diventato oggi un reperto dell'archeologia politica da buttare e da rottamare insieme al Grillo Parlante di Radio Radicale. Esattamente come fu annullato, criminalizzandolo, il socialismo di Craxi per prenderne il posto - ma non i voti.

Una devastazione scientifica agevolata dai comunisti che l'accompagnarono con la gogna delle piazze incitate dai loro agit prop vestiti da tricoteuses, che oggi si trovano ai diversi livelli di governo in sobri doppiopetti dando lezioni di moralita' e di amnistie pelose.

La campagna gia' da allora suonava e se c'e' un serio rimprovero da rivolgere a Pannella e' che lui stesso non si accorse o non volle accorgersi, preso com'era dal furore antipartitocratico, che stava suonando anche per lui.

Comunque: alle armi, ognuno con le sue.

Paolo Diacono

 
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