Bisognerebbe ascoltarle e meditarle (soprattutto quelle non particolarmenteamichevoli). Mettono in evidenza tante cose, note ma sempre dimenticate.
Che si ragiona essenzialmente per schieramento "ideologico", e la grande
trasversalita' contro poli e ulivi e cavoli vari e' un'utopia, a meno di arrivare in cabina referendaria.
Che il problema di "cattiva comunicazione" delle idee e del percorso e delle "alleanze" e' possente e determinante.
Che non tutte le posizioni critiche sono partitocratiche, di regime, di non si sa che,
ma magari anche frutto di ragionamento proprio ed informato, e in buona fede, e
appassionate, e, chissa', ragionevoli: sarebbe utile pensarci.
L'autoreferenza non sembra sufficiente.