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Conferenza Rivoluzione liberale
Terni Laura - 3 gennaio 1998
Dalla trasmissione di RADIO RADICALE di poco fa (con Paolo Vigevano, Sergio Stanzani e Massimo Bordin) sulla vertenza RAI-Radio Radicale, sembrava emergere un quesito: "Perche' proprio ora - dopo 7 anni di mancata attuazione - la Legge Mammi' imporrebbe alla Rai l'obbligo assoluto di sostituire il servizio sempre prestato da Radio Radicale?".

Tento una risposta:

La RAI non ha motivi, di natura tecnica od economica, per voler affrontare un' impresa alla quale non e' preparata e della quale non e' altrettanto capace dell'organo che verrebbe a sostituire:

solo una imposizione politica "dall'alto" puo' aver determinato il comportamento del C.d.A RAI.

CUI PRODEST?

Da ieri, primo gennaio, e' ufficialmente in vigore il nuovo regolamento di Montecitorio, che il Presidente della Camera Luciano Violante magnifica come una rivoluzione silenziosa per un' Italia moderna, un' anticipazione delle riforme costituzionali.

Vale forse la pena di leggere con attenzione questo nuovo Regolamento...

Contingentamento generalizzato dei tempi, stop alla pioggia di emendamenti, calendario deliberato dai Capigruppo (o deciso dal Presidente in mancanza di maggioranza qualificata dei tre quarti); l'opposizione avra' il 20% dei tempi; gli emendamenti saranno "scremati" e il Presidente potra' ricorrere ad una "votazione riassuntiva o per principi"; a ciascun Gruppo sara' concesso un numero di emendamenti pari al 10% dei suoi Parlamentari, e cosi' via.

Ora: se Radio Radicale continuasse a trasmettere le "dirette" intatte nella loro completezza, il popolo degli elettori potrebbe vedere in che modo la maggioranza di governo mette il bavaglio all' opposizione; per contro la RAI, con la sua consumata capacita' di scegliere fra cio' che "si puo' trasmettere" e cio' che "conviene tacere" servira' ottimamente la causa di quelli che hanno il potere e sono ben determinati a mantenerlo e consolidarlo.

 
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