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Conferenza Rivoluzione liberale
Donvito Vincenzo - 7 gennaio 1998
Lettera aperta
lascia stare Giovanni, lascia stare. Come sai gia' ben fare, ti consiglio di impiegare i tuoi scritti e il tuo tempo ad iniziative politiche oltre -ma non contro- il partito radicale.

Il segretario Dupuis e' una sorta di muro di gomma, che non risponde alle domande, e quando lo fa ti enuncia una serie di slogan misti a zero indicazioni di lavoro.

Forse, vista la tua autorevolezza passata (passata, Giovanni, passata: come la storia e la cultura), ti rispondera'. Ma non ti aspettare piu' di tanto.

Il congresso di scioglimento del Mov.Club Pannella ha sancito cose importanti, anche per la storia del partito radicale: disperderci, perche' insieme siamo buoni solo a litigare fra di noi. Tornarci sempre sopra, non giova. Soprattutto non giova alla possibilita' di costruire politiche alternative a quelle della dittatura che si sta consolidando nel nostro Paese.

Parliamo di Giubileo, di canone Rai, di Antitrust, di liberta' d'informazione. Impegnamoci per salvare Radio Radicale. Incastoniamo su questi e altri temi delle battaglie. Ma che sia tutto nuovo.

Il vecchio partito radicale e' li' all'Onu e in "Non c'e' pace senza giustizia". Non e' nei militanti, che non ci sono e non sono graditi per scelta.

Ma i radicali ci sono. Tu tra questi. Io tra questi.

Bene. Facciamo i radicali e non i ricercatori del tempo che fu.

Sai quante ne ho sentite di vecchi radicali che si incontrano per ... e spesso ho sentito anche il tuo nome, con accanto quello di Massimo Teodori e Mauro Mellini. Non ci sono mai andato. Non mi interessa costruire sul passato. La storia e' morta, come la cultura.

Ci sono, invece, sul futuro.

 
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