Per quanto riguarda, in modo più specifico, la situazione italiana, vorrei richiamare solo i "titoletti" di altrettanti capitoli sui quali riflettere accuratamente.
IL "DIRITTO" DEL LAVORO E SINDACALE, con il monopolio pubblico del collocamento e il divieto di stipulare contratti a tempo determinato salvo i casi in cui sia espressamente consentito dalla legge, l'abolizione, nei fatti, del diritto di licenziare, di lavorare quanto accidenti mi pare se sono io a volerlo, di scegliere tra lavorare ad uno stipendio più basso o non lavorare...
LA REALIZZAZIONE, IN MODO MOLTO PIU' SOFISTICATO E PERFETTO, DI QUANTO ERA STATO IMMAGINATO DA ORWELL, di un sistema di disinformazione capillare e violento, di una nuova forma di tortura che è la negazione del diritto alla propria immagine, alla propria identità...
il nostro è un paese senza memoria e senza storia, di Ernesto Rossi, di Marco Pannella, dei radicali, tutti... quante volte ci vediamo, ci leggiamo, ci sentiamo raccontare, e pensiamo: "ma di chi parlano? questi non siamo noi, non è così che è andata...", quante volte, ad esempio, un D'Alema propone Cossiga a capo del Governissimo (inizio 1995), e la settimana dopo spara merda su chi fa la stessa, sciagurata proposta, e nessuno dice niente perchè, in realtà, nessuno se lo ricorda, nessuno ne ha memoria?
L'ARROGANZA DI CHI USA LE IDEOLOGIE COME PACCO DA SCARTARE (QUALCOSA A CUI DEVI ADERIRE MA CHE NON SEI TU A CONCEPIRE) E CHE QUINDI NON HA IDEE SUE, modus vivendi tanto DI comunisti italiani quanto DI cattolici, in una parola, DEI clericali tutti. "Io ho la verità (rivelata, da un testo sacro o da Marx, ma sempre rivelata, quindi incontestabile... che bisogno c'è del dialogo, se ho già le risposte giuste e sono le mie? La cultura sono io, e qui tolleranza = sopportazione, cioè l'antitesi del rispetto e della curiosità). E che dire dei cantanti-comunisti che vanno a Cuba e hanno spot quotidiani gratuiti dalla Rai (Jovanotti, De Gregori, Silvestri, Baglioni...), degli attori comunisti, degli scrittori comunisti, di questi aspiranti giudici e maestri di vita? Loro sono la cultura, sono la verità, sono i buoni... buoni che sono condannati, per vivere e sentirsi tali, a cancellare i cattivi.
Au rèvoir