Sono molto contento e in un certo senso anche entusiasta di vedere che questa sacrosanta proposta pannelliana fa breccia in alcuni di noi che con motivazioni politiche e toni radicali argomentano in favore di una lega anticomunista.
Non sono pero' convinto che questo regime sia violento, ma forse e' solo un problema di linguaggio, direi piuttosto che col sopore del nulla sta invadendo tutti i canali di comunicazione intasandoli di inutili servizi ed notizie inesistenti, abituando l'audience a non porre attenzione su quanto viene detto perche' si tratta di cose inventate oppure talmente vuote che servono solo per accompagnare i pranzi e le cene fatte davanti alla TV.
Il comunistio che michele ricorda, e che per nostra sfortuna carattarizza tutte le scene politiche, intellettuali e artistiche del mondo (negli USA questi signori si fanno chiamare liberal, sono un po' meno dogmatici per certi aspetti, ma altrettanto demagoghi, superficiali e buonisti nel rapportarsi a questioni socio-politiche).
Una lega anticomunista non puo' non essere che transnazionale, si tratti di liberare la cina dal regime autoritario comunista, di tratti di mandare in galera fidel castro, oppure di abbattere le social-burocrazie dei paesi occidentali, le ipotetiche azioni di questa lega si troverebbero a dover affrontare il piu' grande nemico della storia delle rivoluzioni di questo pianeta.
Forse la provocazione pannelliana della lega anticomunista puo' trovare un suo braccio politico nell'antiproibizionismo, un antiproibizionismo non solo sulle droghe, ma sulla presenza e il ruolo dello stato e parastato e conseguenti apparati nazionali e internazionali nel mondo. Il nemico e' il nazicomunismosocialdemocratico basato sul nativismo (ne riparleremo) e sull'imposizinione di un credo dogmatico e oppressivo che in questo secolo ha ucciso 170 milioni di persone e viola il diritto all'autoappartenenza e autogestione della vita personale di miliardi di individui su questa terra ogni giorno.