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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 8 gennaio 1998
LA PAROLA AL PARLAMENTO

di Marco Pannella

(L'Opinione, 8 gennaio 1998)

Anche se non ho mai nemmeno lontanamente pensato e detto quello che l'ineffabile Gian Antonio Stella mi attribuisce in una sistematica e sciocca opera di distruzione, che alla fine non può più esser ritenuta involontaria, della mia immagine (""non ho mai detto una parola di troppo nella mia vita" dice Pannella"), raramente parlo a vanvera. Meno che mai quando mi costringono, letteralmente, a mettere in gioco la mia vita, e non solamente quella.

Mauro Paissan e Stefano Semenzato, un mese fa, ebbero la bontà di ricordare ai propri colleghi politici, parlamentari e della Commissione di Vigilanza che avevo dichiarato di non passare allo sciopero della sete e della fame per volontà e decisione di fiducia e di rispetto nei confronti della Commissione e dei Commissari della Vigilanza e del loro impegno dichiarato nei confronti della RAI-TV e del suo operare fuori-legge, ultradocumentato e non più da nessuno contestato.

Accompagnammo, per settimane, perfino con cori in piazza, di sorridente e serio plauso, l'opera del Presidente della Commissione di Vigilanza, Francesco Storace. Tenacemente e quasi ossessivamente. Da allora, cos'è successo? Come di già accaduto nel 1982 (allora a proposito dello sterminio per fame nel mondo e di alcuni referendum), non appena la Commissione di Vigilanza "ci" (ma, in realtà non noi, ma la legalità, i diritti di tutti i cittadini) difese, la risposta della concessionaria fu di rendere più feroce l'ostruzionismo. Così accade oggi, aggravato dalle menzogne del Presidente del CDA, dall'opera del Direttore Generale.

Cosa fa, cosa ha fatto, cosa sta facendo la Commissione? Vuole davvero continuare, perpetuare il comportamento omissivo non denunciando alla magistratura quel che a lei appartiene di giudicare, oltre che l'imperativo di interrompere la flagranza del disegno criminoso, dei reati? Il Presidente Storace ha pubblicamente dichiarato di non volerlo. Cosa, allora, (o meglio: chi,) gli impedisce di far questo e, soprattutto, i tanti altri atti immaginabili e possibili, urgenti, necessari. Ci auguriamo che egli stia solamente eccedendo in pazienza.

Ma v'è dell'altro. Alla base degli alibi per il comportamento della lobby partitocratica e oligarchica della RAI-TV, e della RAI-TV, sulla vicenda di "Radio Parlamento" (alibi che non valgono una cicca, se non per chi voglia far finta di dar loro una qualsiasi serietà), v'è quel "contratto di servizi" fra Governo e RAI-TV che ha scandalosamente ricondotto la possibilità astratta per la "concessionaria" di nazionalizzare parti del mercato e del privato, per creare una "quarta rete", oltre le tre di già esistenti, di un ente che per decisione popolare e legislativa-referendaria dovrebbe di già esser stata tutta privatizzata. La Commissione di Vigilanza discusse quel "contratto di servizi" e nessun Commissario si accorse della trappola che poteva costituire quella norma, malgrado fosse alla radice annullata dagli indirizzi di Governo, di Parlamento, della scelta referendaria del popolo italiano.

Nelle ultime settimane abbiamo dovuto difendere contro comportamenti irresponsabili, ma anche di regime e da farabutti, "Radio Parlamento" e Radio Radicale. Soli, con l'eccezione di questo giornale, "L'Opinione", e de "Il Giornale" di Mario Cervi, e, in parte, de "Il Tempo" di Cresci.

Siamo, in extremis, forse, riusciti a bloccare almeno in parte la politica del "fatto compiuto", coperta - come avevo subito intuito e denunciato - dagli addetti "politici" e governativi all'operazione, fatta tutta all'insaputa (e contro) il Presidente del Consiglio e, perfino, credo, di Massimo D'Alema; contro, inoltre, la posizione del PPI, di Marini e di Mattarella, in particolare; e quella, tanto solenne da essere resa pubblica come "Appello", di 563 Parlamentari, la maggioranza assoluta sia dei deputati, sia dei senatori, un "emendamento" al collegato della finanziaria appoggiato dal Governo (sottosegretario Giarda) da tutti i gruppi del Polo, da gran parte di quelli dell'Ulivo, quello della Lega; e, infine, un ordine del giorno approvato dalla Camera con il sostegno ufficiale dell'unanimità dei Gruppi.

Domattina vedremo il Governo. Poi la RAI-TV. Che ha già speso non pochi soldi per acquisire nove frequenze con i soldi delle tasse degli utenti, guadagnando tempo con espedienti da farabutti o con irresponsabilità e incapacità burocratica da licenziamento in tronco in qualsiasi paese meno che del quarto mondo.

Intanto a Radio Radicale continuano a cadere dichiarazioni unanimi, prestigiose, responsabili a favore di Radio Parlamento, quindi a favore di Radio Radicale e delle sue tesi liberali e liberiste, anche in questo caso, con assoluta coerenza. il Presidente Prodi mi assicura e riassicura formalmente e sostanzialmente che la posizione del Governo è per l'attuale regime di convenzione a seguito di pubblica gara. E via dicendo.

Ma l'arroganza e l'incoscienza dello stesso boiardo, che ridicolizza il CDA coinvolgendolo in opera grottesca, da pochade, se non fosse innanzitutto grave; che oltraggia e ridicolizza il Parlamento quando questo finalmente gli chiede di interrompere la flagranza dell''ostracismo' e di riparare un gravissimo persistente attentato ai diritti politici dei cittadini; che sicuramente prende in giro persino il sottosegretario Vita, al limite del pubblico beffeggiamento; con il Ministro Maccanico che difficilmente può esser scambiato, pietosamente, per la bella addormentata, evidentemente sicuro dell'impunità, procede oltre verso l'acquisizione al suo impero di una "quarta rete", impero che invece il popolo italiano ha deciso debba essere restituito alla legge, al mercato, alla serietà, al merito.

Mi dicono che il Presidente della Commissione di Vigilanza ritenga di esser ingiustamente o inopportunamente tenuto al di fuori della vicenda Radio Parlamento, Radio Radicale - RAI-TV. Se fosse vero, ne sono stupito. Poiché ero stupito dal constatare che sembrasse all'oscuro di quel che da settimane è di pubblico e scandalizzato dominio.

Perché, mi chiedevo, la Commissione non convoca d'urgenza Governo, RAI-TV, noi stessi? Perché attende, visto come vanno le cose, che dopo aver aggravato ai nostri danni l'ostracismo che la Commissione aveva solennemente vietato, oltre che denunciato, la RAI-TV proceda a comprare magari anche la sede del nostro Movimento, oltre che della Radio, per sfrattarcene, e quella del Centro d'Ascolto, di Agorà, del Cora, e mettere all'asta gli orecchini della Bonino?

Io ribadisco la volontà di fiducia nel Parlamento, e in Storace. Ma non posso dimenticare che dalla mezzanotte del 31 dicembre, oltre 150 persone fanno lo sciopero della fame, e che io avevo solamente "interrotto" il mio, e "sospeso" la decisione di passare allo sciopero della sete.

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