De Lucia, 7 - gen - 98, esordisce : LEGA ANTICOMUNISTA - l'idea mi sembra ottima, poi sul "titolo" del prodotto si può discutere.
Quanto vi è espresso deve aprire una discussione - dibattito .
Non è tanto una "idea ottima" , quanto uno storico appuntamento della rivoluzione liberale in Italia e in Europa tutta.
Discutiamo innanzitutto proprio sul "titolo" ( le virgolette stavano meglio su "prodotto").
"Lega anticomunista" comunica il senso della rivoluzione liberale ma anche tanta confusione. Ed è la stessa confusione presente sul piano sociale e generazionale, non politico, nelle coscienze e nella cultura di una vasta area che è assolutamente in sintonia con i nostri propositi e proposti, che anela alla RIVOLUZIONE LIBERALE. Certo che, sul piano transnazionale, una lega anticomunista è necessaria , ma non c'è per questo un Partito Radicale molto ben connotato in questo senso ?
Da subito, avremmo il distacco di ogni originale sensibilità dal nostro tema portante della rivoluzione liberale, mentre sicuramente avremmo l'immediata adesione di cialtroni di ogni fatta e ignorantoni di calibro, che penseranno di aver individuato uno strumento di lotta e di confronto all'interno dello stesso potere catto-comunista di sempre .
Coraggio, mettiamoci tutto ! Noi siamo anti catto-comunisti, i catto-comunisti della Gladio gladio e della gladio rossa , della mediazione di potere massonica, della Gladio gladio nera contro la gladio rossa rossa.
Proclamiamo il Partito della rivoluzione liberale o Movimento rivoluzionario liberale: storica determinazione della Destra ottocentesca, del pensiero liberale in Italia della prima metà del novecento e del movimento radicale e libertario della seconda metà, nonché delle libere coscienze tutte pur tra il sovraccarico e le distorsioni della Informazione.
Ospite qui di Michele, devo contribuire con delle riflessioni, anche se non proprio "accurate", su "i titoletti" evidenziati.
La Libertà del Lavoro semplicemente regolamentato dai diritti della persona in regime di libera contrattazione è sicuramente da porre al primo posto della scala dei propositi rivoluzionari.
Il tema orwelliano è da appunto cinquant'anni che si va sempre più affinando nella drammatica applicazione e deriva dei regimi e dell'emergenze nazionali; in Italia, appunto, c'è da tempo emergenza, c'è regime trasformista, ci sono poteri occulti.
Su l'ultimo "titolino" proposto poi, fa capolone, non capolino, il problema dell'informazione, sul quale forse ci dovremmo sforzare maggiormente di rendere un senso stilisticamente e strutturalmente concreto di come noi vorremmo liberalmente rivoluzionare l'informazione.
Tornando alla dizione ANTICOMUNISTA ed al problema della comunicazione conseguente, usare nomi di artisti nella polemica politica è sempre sbagliato, salvo casi; i citati Jovanotti, De Gregori e Baglioni, per quel che ne so, sono per la rivoluzione liberale o comunque possono persino comprendere. Certo, se gli chiedi di aderire alla lega anticomunista ti mandano a quel paese. Ed a proposito, l'altro citato Silvestri chi è ? Perdonate l'ignoranza !
Quanto alla ultima "personalissima considerazione", non credo che Marco senta così forte questa esigenza, semplicemente perché siamo ben altro oltre: siamo il Partito Radicale Transnazionale riconosciuto nel merito dalla
O.N.U., il partito del diritto alla vita e della vita per il diritto, della nonviolenza.
Ciò che c'è da concepire e fare è RIVOLUZIONE LIBERALE in sintonia, ma non di concerto, con il Terzo Stato che,
in Italia, è già maggioranza, che in buona parte sono anche di rifondazione comunista o del Manifesto.
Devo confidare, ma che questo non infici ciò che qui ho sommariamente commentato, da ragazzo, ho militato in Avanguardia Operaia, nel movimento studentesco, in un gruppo anarchico vicino ad "Umanità Nova" diretto da Gianfranco Spadaccia, ed infine a diciott'anni , con il voto ai diciottenni, con il referendum sul divorzio del 1974, fui radicale d'area, simpatizzante a pieno, avevo trovato casa, poi ci fu bisogno anche di me, e dal 1982 ci conosciamo nella militanza, anche se più di una volta ho creduto che militare mi facesse perdere un po' il cammino lungo i sentieri che amavo percorrere; tutto ciò per confidare, dicevo, che la parola "anticomunista" fa parte del mio bagaglio culturale fin dai tempi in cui ero anti-FGCI, ma che, tutto sommato, l'idea di una lega anticomunista mi ricorda il maccartismo, la mafia, i desaparecidos, e mi si gela un po' il sangue spontaneamente all'udire, credo che questo accada a molti radicali.