10 gennaio 1997
Intervista di Radio Radicale al prof. Sergio Romano.
D: La Fontaine diceva: va sicuro chi va con diffidenza. Ora la nostra diffidenza è legata alla possibilità che la RAI praticamente dovrebbe svolgerlo lei questo servizio pubblico.
R: Io penso che Radio Radicale ha effettivamente svolto un servizio pubblico di informazione pubblica, lo ha fatto naturalmente sulla base di una convenzione se non sbaglio, e lo ha fatto con i dibattiti parlamentari, con i congressi, con le conferenze. Naturalmente anche Radio Radicale ha una sua fisionomia e un suo connotato: a parte queste trasmissioni che sono per così dire di servizio pubblico radio Radicale, è stata una radio di parte nel senso più accettabile della parola.
Dico questo perché qualcuno potrebbe anche osservare che questo connubio tra servizio pubblico da un lato, e radio di parte dall'altra, può creare o generare un po' di confusione negli ascoltatori.
Se lei mi chiede la mia opinione io penso che una radio servizio pubblico si potrebbe essere molto interessante e molto utile, ma sarebbe ancora più convincente se non avesse una sua tesi molto forte da cercare di promuovere nel corso di altre trasmissioni.
D: Le paiono eccessivi i nostri timori nei confronti della RAI, professore?
R: La RAI è stata oggetto di molte critiche, molte giustificate, molte legittime.
Io stesso ad un certo punto ebbi occasione una volta di definirla ed è una specie di "popolo d'Italia", qualcuno l'ha definita una gazzetta ufficiale.
La RAI è tante cose contemporaneamente, tante cose di qualità e tante cose in cui invece è certamente presente la traccia, la mano delle forze politiche che hanno governato questo paese e soprattutto negli ultimi trenta anni.