Anticomunista proprio con lo stesso "anti" di antiproibizionista e anticlericale; ovviamente non contro i comunisti in se, proprio come anticlericale non vuol dire mangiapreti. Contro un'idea, questo si, tragicamente sbagliata, che si e' inverata nei mostri che conosciamo, ma che ancora vivono misconosciuti, celati, o addirittura assunti a punto di riferimento, magari incoffessato o inconsapevole ma concreto, di tanta parte di stati anche democratici (e qui sta l'urgenza politica).Contro un'idea, innanzitutto. E qui credo di non essere d'accordo con Paolino. La lotta politica e' innanzitutto lotta di idee e di convinzioni. Certo e' fondamentale che dalle idee e dai fini si individuino dei mezzi di lotta coerenti, capaci di far vivere le idee nella durata delle azioni, e che le azioni non diventino la negazione delle idee, come chi pretende di usare la violenza in nome della liberta'.
Il comunismo e' un'idea sbagliata, non perche' sia andato al potere, ma perche' nega la liberta'. Per inverare il comunismo, cioe' per farlo diventare qualcosa di piu' di una cattiva idea, non c'e' altro mezzo possibile dalla violenza, perche' il livellamento, l'uguaglianza per legge, sono contro la natura delle persone, e su questo mi pare che il riferimento al diritto naturale sia assolutamente pertinente.
Non sono percio' daccordo con Paolino (o forse non l'ho capito) nemmeno quando dice che il mercato e la liberta' producono mostri se si fanno potere, istituzioni, legge.
"La vita del diritto per il diritto alla vita" e' innanzitutto un'idea e una convinzione. Idea diametralmente opposta alle idee comuniste e totalitarie, proprio perche' chiede il diritto per far vivere la liberta'. Quanto piu' il diritto e le istituzioni sono capaci di garantire la liberta' (cioe' la liberta' di fare cio' che ci pare), e quindi anche il mercato come liberta' d'impresa, meno "potere" (cioe' far fare agli altri cio' che ci pare) sara' esercitabile, da chiunque e quindi anche dallo Stato.
Ma qual'e' il diritto che fa vivere la liberta'? E' il diritto che proibisce la violenza e che garantisce l'inviolabilita' (anche da parte dello Stato) dell'individuo. E' quindi un diritto liberale (e universale) fatto di "nonviolenza" che va affermato (transnazionalmente) con la nonviolenza.
Ovviamente la materializzazione del diritto liberale e' piu' complessa che la sua affermazione di principio, e nel concreto i problemi di governo della societa' sono complessi, la soluzione e' sempre da creare. Ma l'idea comunista e cattocomunista nega il principio di fondo, il punto di riferimento del diritto per la liberta', e quindi produce necessariamente potere, ha bisogno di produrne sempre di piu' e con sempre piu' violenza. La moltiplicazione delle burocrazie comuniste e' il risultato di un'idea sbagliata, e proprio nelle burocrazie si trova la parte piu' pericolosa di quella idea perche' le burocrazie sono poi capaci di vivere anche senza bisogno di riferirsi esplicitamente a quell'idea. Possono anzi trasformarsi in strumenti dello Stato socialdemocratico e persino liberale, producendo effetti magari meno devastanti del totalitarismo, ma comunque micidiali, se non altro per "omissione di soccorso" alle vittime dirette dei massacri del totalitarismo stesso.
E qui sta il senso della lega anticomunista. Ovviamente non un partito, perche' il partito c'e' gia' ed e' il partito radicale, che afferma in campagne concrete e nonviolente l'indisponibilita' della vita dell'individuo e della sua liberta' anche e soprattutto nei confronti dello Stato. Che lo Stato poi sia sempre piu' inadeguato (e quindi oppressivo delle liberta') mi pare verissimo e mi pare sia parte della scelta transnazionale..
La lega anticomunista puo' essere piu' che altro un luogo di affermazione di coscienza e di verita' (sempre con la "v" minuscola), contro la menzogna attualissima di chi spaccia il comunismo per quello che non e', che non e' stato e che non puo' essere, a prescindere dai mezzi che si scelgono per affermarlo. La lega anticomunista puo' essere uno slogan di iniziative, come quelle che propone Giuseppe, e un "sito", magari anche telematico, di controinformazione. Uno slogan e un sito dove sia possibile far confluire i nomi e le ragioni di chi lo vuole fare proprio.
Sul primo atto proposto, la manifestazione contro la visita del Papa, sono d'accordo con la correzione di Emilio: non una manifestazione contro il Papa, ma una manifestazione che, denunciando il regime criminale castrista, denunci anche il nuovo terreno di incontro tra Castro e il Papa, che e' quello del terzomondismo contro la globalizzazione, il liberismo e la liberta'. E' il terreno sempreverde del cattocomunismo.