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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rino - 10 gennaio 1998
Renzo Foa: "Merita di continuare a svolgere questo compito"

10 gennaio 1998

Intervista di radio radicale a Renzo Foa, già direttore dell'Unità:

"Radio Radicale, è uno dei diciamo delle tre più importanti voci radiofoniche nazionali che hanno svolto un servizio, e che svolgono un servizio che è riduttivo definire pubblico, nel senso che è un servizio di informazione, è un servizio di discussione.

Radio Radicale ha inventato il genere dell'informazione politica a tutto campo, e anche di alcune battaglie, soprattutto di battaglie civili, secondo la tradizione radicale ma che hanno avuto attraverso la Radio uno slancio particolare.

E' chiaro che non è la prima volta che Radio Radicale ha o avrebbe delle difficoltà.

Lo ricordiamo, sono difficoltà cicliche che investono tutti gli strumenti che si richiamano a dare particolari, strumenti anche che rivendicano il diritto alla loro autonomia, alla loro indipendenza, alla loro libertà di espressione.

E' chiaro che quando uno strumento di comunicazione di massa vuole essere libero non riceve soldi da nessuno se non come in questo caso dallo Stato.

Radio Radicale ha svolto e svolge una funzione importante anche in quella che può essere definita l'informazione istituzionale, adesso io non conosco bene i meccanismi delle convenzioni, di come avviene, di come è stata stretta questa convenzione che in ogni modo Radio Radicale, è una funzione che Radio Radicale svolge da diverso tempo, questa funzione è una funzione certamente molto importante, e' anche una tradizione di Radio Radicale: viene offerta una informazione che la cittadinanza tutto sommato, ha diritto di avere.

La domanda che io mi pongo è se diciamo questo tipo di informazione, è un'informazione che in qualche modo non deve essere aggiornata, cioè se il, se questo tipo di servizio non deve essere forse un servizio forse più costruito più mescolato anche ad altri tipi di informazione - come potremmo definirli? - più commerciali per evitare che uno strumento come Radio Radicale dipenda essenzialmente dal finanziamento pubblico.

Ecco, questa è una domanda: io credo che un organo di informazione non debba dipendere da una sola fonte di finanziamento. E' un discorso che vale anche per altri strumenti di comunicazione di massa e stampati oltre che parlati: questa è una domanda cui già do una risposta: dipendere essenzialmente o prevalentemente dal servizio pubblico significa poi in ogni modo gettare le basi di problemi futuri, appunto come quelli che si possono creare in occasioni di rinnovo di queste convenzioni, problemi che poi sono problemi anche di natura politica, di rapporti politici tra una radio che è una radio di parte e il suo ruolo appunto di servizio pubblico. Problema che si era posto già alcuni anni fa, e un problema che si ripropone adesso.

Per quello che è il mio giudizio io credo che questa convenzione che debba essere rinnovata, evidentemente, però capisco l'esistenza del problema.

D: "Poniamo l'accento sul carattere di servizio pubblico: le dirette dal Parlamento, i congressi dei partiti, i processi. Con le dirette dal Parlamento abbiamo garantito la trasparenza degli atti pubblici, cioè l'occhio lungo dei cittadini.

I cittadini sono entrati venti anni fa per la prima volta nel Palazzo. Venti anni fa questa cosa non era vista bene dagli uomini del Palazzo, ma poi con il passare del tempo questo non ha fatto altro che accrescere insomma la democrazia e la trasparenza. Noi siamo preoccupati che magari la RAI, non saprebbe fare altrettanto.

Con quali garanzie secondo lei?

R: "Il ruolo della RAI è di nuovo in discussione, nel senso che la RAI dopo aver perso il Parlamento, come fonte, come editore, non ha saputo uscire dagli aspetti peggiori di questa sua dipendenza che erano la lottizzazione ed è alla ricerca molto complicata di un assetto, nel senso che oggi, in questo momento la RAI dipende essenzialmente da un potere esecutivo.

Questo non soltanto adesso, ma anche prima, da quando è finito il vecchio sistema dei partiti che erano i padroni della RAI.

Quindi il dubbio sul ruolo, sulla capacità della RAI di svolgere questa funzione, credo che sia un dubbio legittimo.

Io voglio però ricordare che gli stessi dubbi erano stati avanzati prima, precedentemente nei confronti di Radio Radicale, era stato detto: come fa una Radio di parte a svolgere in modo obiettivo quel compito? Poi Radio radicale ha dimostrato che anche una radio di parte può svolgere in modo oggettivo onesto quel compito.

E' chiaro che coloro che hanno una esperienza, coloro che hanno dimostrato un comportamento di correttezza civile come ha fatto Radio Radicale, meriti insomma di continuare a svolgere questo compito.

La scelta degli eventi da seguire sia stata una scelta molto equilibrata: quando uno si sintonizza su Radio Radicale ha la possibilità di essere un po' informato su tutto, non soltanto politici, ma su tutti gli interessi sociali.

Il problema adesso del rinnovo della convenzione si pone in un momento in cui l'informazione nel suo complesso è non soltanto al centro di una discussione che, almeno negli ultimi anni, è stata al centro delle discussioni in Italia.

Ci sono una serie di problemi, particolarmente seri e soprattutto per quello che riguarda in queste ore la RAI, ma in generale, rispetto al problema della conoscenza non credo che basti Radio Radicale oggi per contribuire alla soluzione di questo problema.

Forse ci vorrebbe uno scatto un po' di tutti.

Certamente bisogna in ogni modo aiutare coloro che seguono questo obiettivo di una conoscenza a tutto campo nel rispetto delle opinioni altrui.

Bisognerebbe aiutarli a continuare a fare questo lavoro.

 
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